Salerno “boccia” la durata ridotta «Poche due ore»

L’arciconfraternita del Carmine e i portatori di Sant’Ante «Abbiamo già tagliato i percorsi e le soste sono necessarie»

Alcune norme dettate dal documento emanato dalla Conferenza Episcopale della Campania rischiano di scontrarsi con usanze radicate da anni, e in alcuni casi da secoli. «Il limite di durata di due ore per una processione mi pare molto difficile da rispettare – osserva la priora dell’arciconfraternita del Carmine di Salerno, Filomena Tangredi – La stessa processione madre, quella del patrono San Matteo, supera questa restrizione. Se consideriamo che per una tranquilla passeggiata, su un itinerario medio-breve ci vogliono venti minuti, come si può pensare che in due ore si compia lo stesso genere di percorso con le statue in spalle e si torni in chiesa?». Tangredi passa quindi ai motivi tecnici che impedirebbero di attenersi al vincolo orario: «Direi una serie di motivi, non uno solo. In primo luogo le soste. Certo rallentano il percorso ma sono fisiologiche, servono ai portatori per riposarsi. Nel caso della processione della Madonna del Carmine, per esempio, si tiene a luglio e il caldo si fa sentire: asciugare il sudore, bere, riposarsi qualche minuto è necessario. Se i portatori non si fermassero rischierebbero di svenire». A fronte poi del divieto di soste per impedire casi di ossequio ad esponenti della malavita, Tangredi osserva: «Qui ovviamente non ci sono fermate di questo tipo ma le soste sono necessario anche per un altro aspetto: nascono da una tradizione, nascondono un significato. La nostra processione si ferma davanti alle case di cura del circondario come segno di attenzione verso i malati. C’è poi la sosta ai Salesiani, perché la chiesa è stata costruita su suolo dei confratelli e c’è un legame di comune devozione mariana».

Quanto al divieto di fuochi pirotecnici lungo il percorso del corteo, la priora dell’antica arciconfraternita specifica «che si tratta di iniziative di privati cittadini, che sarebbe difficole impedire». «Noi, come arciconfraternita, non abbiamo mai organizzato – prosegue – uno spettacolo pirotecnico», con un solo precedente: «L’anno scorso, allo stadio Vestuti, abbiamo acceso dei bengala disposti a formare la scritta Viva Maria. Questo è tutto».

Pone le stesse argomentazioni Salvatore Acconciagioco, capo-paranza “reggente” (in sostituzione di Agostino Grillo, fermato da motivi di salute) della statua di Sant’Ante che sfila in processione il 21 settembre per la festa patronale di San Matteo: «I gruppi, i cittadini, persino i condomini si organizzano per sparare fuochi durante il percorso, si tratta di manifestazioni esterne alla processione e che anzi ne salutano il passaggio». Circa le soste, precisa: «Sono state ridotte. Un tempo si arrivava fino a via Monti e oltre». Rispettato poi al divieto di attaccare banconote ai simulacri dei santi: “Durante la processione di San Matteo non si raccolgono soldi», precisa Accongiagioco. «Anche volendo – aggiunge Tangredi – non sarebbe possibile attaccare soldi sulla statua della Madonna: è posta talmente in alto che ci vorrebbe una scala». (pa.ro.)

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