Salerno, al pronto soccorso oltre 50 bimbi al giorno

I baby pazienti ricoverati in Pediatria al Ruggi per le complicanze del virus influenzale sono 24. Tra le conseguenze più temute dai medici broncopolmoniti e pericarditi

I primi ricoveri si sono registrati già a dicembre, ma il picco massimo dell’ondata influenzale è atteso entro fine mese. Per ora, circa l’ottanta per cento dei posti letto del reparto di Pediatria del “Ruggi” è occupato da baby pazienti che stanno lottando contro le complicanze del temuto virus, tra cui le più rischiose sono le broncopolmoniti e le pericarditi. Mentre sono in media una cinquantina al giorno, i bambini che vengono visitati e curati al pronto soccorso. «La guardia è alta perchè l’influenza scatenata dal virus H3N2 in America ha creato molto allarme in considerazione del fatto che si è dimostrata particolarmente violenta nei confronti dei bambini, nei quali può produrre problemi respiratori serissimi - ha spiegato il primario della divisione di Pediatria Lello Albano - Al momento l’influenza non ha raggiunto ancora l’apice del contagio, che è invece atteso per fine mese, anche se abbiamo iniziato a ricoverare i primi pazienti a dicembre». Sono due le forme attraverso le quali il virus si manifesta: gastrointestinale e respiratoria. «Nel primo caso i ricoveri si rendono necessari quando i bambini sono disidratati e dunque necessitano di integrare i liquidi persi, nel secondo caso, invece, i sintomi simili a quelli della pertosse, se mal curati, possono portare a broncopolmoniti o addirittura a forme di pericarditi gravi, che non abbiamo riscontrato nelle altre ondate influenzali», ha precisato il medico. Allo stato non c’è ancora una emergenza in termini di “numeri”, «anzi, siccome il clima fino a pochi giorni fa è stato mite, abbiamo avuto finora una casistica ridotta rispetto agli anni precedenti, ma la gravità è diversa». I pazienti maggiormente esposti al rischio sono i neonati ed i soggetti con più di 65 anni di età, oltre ai malati cronici. La trasmissione avviene prevalentemente attraverso piccole goccioline di saliva: un malato è contagioso a partire dalle ventiquattro ore che precedono la comparsa dei sintomi fino a sette giorni dopo, poco di più nel caso dei bambini per i quali si arriva a dieci giorni. I sintomi che inducono i genitori a rivolgersi al pronto soccorso per i propri piccoli sono svariati: difficoltà a respirare o fiato corto, dolore o senso di costrizione a livello del torace o dell’addome, vertigini improvvise, stato confusionale, vomito prolungato o abbondante, febbre alta che non scende nemmeno assumendo il paracetamolo. Le richieste di intervento che arrivano quotidianamente al “Ruggi” sono numerosissime: «Abbiamo una dotazione di quindici posti letto, ma in casi particolari, come appunto le emergenze legate all’influenza, c’è la possibilità di contare un un modulo di complessivi 27 posti. Attualmente abbiamo in reparto 24 bambini: l’ottanta per cento di questi per complicanze legate al virus». Il numero degli “sos” è decisamente più ampio: «Ogni giorno visitiamo almeno cinquanta baby pazienti che arrivano al pronto soccorso con una sintomatologia più o meno grave. E per farlo - ha sottolineato il primario - ci facciamo in quattro. Possiamo contare solamente su tre infermieri a turno». L’Azienda di via San Leonardo, che rappresenta anche da questo punto di vista un punto di riferimento regionale, ha previsto un piano speciale per fronteggiare una eventuale emergenza, attraverso l’attivazione di protocolli che riservano, laddove se ne dovesse ravvisare la necessità, una quota di posti letto dedicati in diversi reparti. Protocollo, fanno sapere dalla direzione generale, già sperimentato con successo in passato e pronto ad entrare in funzione quando l’influenza raggiungerà l’acme.

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