Salerno è un porto sicuro per i migranti

Nel 2014 ben sei sbarchi con navi della Marina militare, accolte e smistate in tutta Italia oltre settemila persone

SALERNO. L’immane dramma dei migranti ha trovato a Salerno un porto sicuro. Il loro sorriso appoggiando i piedi sull’asfalto bollente del porto e ricevendo una bottiglietta d’acqua, la consapevolezza di essere finalmente salvi, la paura di essere visti mentre si collabora con la giustizia per individuare i mercanti di esseri umani, i traghettatori senza scrupoli. Non basterebbero fiumi d’inchiostro per raccontare cos’è stato per Salerno – e per tutte le componenti istituzionali e del volontariato – diventare uno dei porti di Mare Nostrum, operazione avviata dal Governo per evitare le stragi di migranti in viaggio verso l’Italia. Impossibile raccontare a parole la portata del dramma umano al quale si è assistito, meno difficile invece richiamare alla mente un percorso che ha visto nascere un modello d’accoglienza quasi perfetto, per il quale moltissimo si deve al ferreo prefetto Gerarda Maria Pantalone ed a tutti coloro che le sue indicazioni le hanno seguite senza battere ciglio, offrendo così una possibilità a migliaia di persone in difficoltà. Il 2014 è stato per Salerno anche l’anno della solidarietà. In poco più di due mesi sono stati accolti 7mila 216 migranti. Soprattutto donne, bambini e minori non accompagnati. Il primo sbarco, grazie al quale il primo luglio scorso giunsero a Salerno 1044 migranti, fu comunicato dal Ministero dell’Interno alla Prefettura di Salerno circa 24 ore prima dell’attracco della nave Etna. Nessuno, comprese istituzioni e forze dell’ordine, aveva la minima idea di cosa volesse dire allestire un campo per uno sbarco. Nonostante questo si cercò di collaborare per dare un’accoglienza dignitosa a chi era in fuga da guerra e fame. Le operazioni di riconoscimento e primo soccorso furono lente e macchinose ma il risultato fu comunque portato a casa. I primi a scendere furono 85 persone affette da una grave forma di scabbia. Il bis ci fu poco più di due settimane dopo: il 18 luglio Salerno accolse 2mila 186 profughi. È stato senza dubbio questo lo sbarco più complesso per la mole di persone bisognose di ristoro. Il tris è arrivato il 4 agosto con lo sbarco di 1406 migranti e mentre la macchina organizzativa era vicinissima a trovare la quadratura del cerchio, la filiera politica iniziava a scricchiolare. Il Comune di Salerno dichiarava di non poter più prendere in carico minori non accompagnati, trovare sistemazione per tutti iniziava a diventare più complicato. Successivamente, il 18 agosto, la Virginio Fasan accompagnò a Salerno altri 703 migranti. Il quarto sbarco avvenne sotto gli occhi stupiti e soddisfatti del prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell'Interno. «Qui si sta facendo un ottimo lavoro – riconobbe Morcone legittimando l’esistenza di un “modello Salerno” – un lavoro molto professionale di cui siamo grati. È un merito ma non può essere una colpa per cui poi alla fine i migranti arrivano sempre qua». Nonostante questo Salerno è poi stata teatro di altri due sbarchi: uno il 31 agosto quando arrivarono in città 1040 migranti e l’ultimo, il 16 settembre, con 837 profughi accolti. È stato proprio l’ultimo sbarco, il sesto, a mettere il perfetto sigillo a un’avventura senza dubbio unica: giunta con le doglie al porto, una donna siriana diede alla luce un maschietto di quattro chili.

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