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S’indaga ancora sull’incendio ma è probabile l’accidentalità

C’è attesa per la relazione dei vigili del fuoco che dovrà chiarire le cause dell’incendio di Serroni Alto. Sul fronte investigativo non si esclude alcune ipotesi, neppure quella del dolo. Bisognerà...

C’è attesa per la relazione dei vigili del fuoco che dovrà chiarire le cause dell’incendio di Serroni Alto. Sul fronte investigativo non si esclude alcune ipotesi, neppure quella del dolo. Bisognerà capire cosa ha provocato la scintilla che ha distrutto la struttura di legno, ricovero del custode e degli attrezzi, dell’azienda collegata all’industria agroalimentare Finagricola. L’incendio si è sviluppato la sera di Natale, poco dopo le 23, ed è durato tutta la notte, complici le forti raffiche di vento.
Le indagini, ferme ai primi accertamenti, propendono per la causa accidentale. Tale ipotesi – come spiegato anche dai carabinieri, guidati dal maggiore Vitantonio Sisto – è avvalorata dal particolare che si tratta di una struttura leggera di legno, dunque facilmente infiammabile. Inoltre, dalle prime indagini, non risulta l’intrusione di estranei all’interno dell’azienda che è fornita di un sistema di antifurto e di un sistema di videosorveglianza a distanza. L’accidentalità, però, deve essere accertata con specifiche tecniche che dimostrino la casualità.
Quello che invece si riesce a contabilizzare finora sono i danni. Si conta, all’incirca, un danno di 300mila euro. La struttura di legno era il punto di ricovero di una delle aziende collegate alla cooperativa agricola che produce ortaggi di qualità. Un’eccellenza “green” che esporta anche all’esterno i prodotti della Piana del Sele. La struttura è annessa ad un terreno di sette ettari ed è lontano dal centro abitato. La distanza non è però bastata a contenere gli effetti sui residenti. Le conseguenze della combustione sono state infatti avvertite a centinaia di metri. Intanto che si delineino le indagini e si trovi la causa del violento rogo, sul posto restano i resti del capannone piegato su se stesso dalle fiamme.
Massimiliano Lanzotto
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