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Sì del consiglio comunale alla strada anti-ingorghi

AMALFI. La bretella viaria di collegamento, tra la Valle dei Mulini e la Statale 163, ottiene il consenso del Consiglio comunale di Amalfi. Il parlamentino cittadino, infatti, ha votato a favore...

AMALFI. La bretella viaria di collegamento, tra la Valle dei Mulini e la Statale 163, ottiene il consenso del Consiglio comunale di Amalfi. Il parlamentino cittadino, infatti, ha votato a favore dell’arteria, che dovrebbe liberare il centro storico dalle auto. Del resto la richiesta era partita anche da una petizione popolare, che aveva raccolto diverse centinaia di firme, in cui si sollecitava la realizzazione di «una via alternativa, a quella angusta ed unica strada di accesso alla Valle dei Mulini, che consentirebbe di liberare totalmente il centro storico dal traffico automobilistico e di restituire la piena e libera mobilità sul territorio». Un’opera ritenuta di vitale importanza per la vita sociale, economica e turistica della cittadina costiera, nonché indispensabile per garantire un’adeguata qualità della vita, non solo agli amalfitani ma anche ai turisti. E, dunque, a questo punto può partire tutto l’iter burocratico per arrivare ad ottenere le autorizzazioni e, soprattutto, per reperire i finanziamenti necessari per realizzare l’opera. «La maggioranza consiliare si è dimostrata saggia – evidenzia il gruppo di opposizione “A come Amalfi”, che aveva richiesto la discussione e che ha votato a favore - pur impegnandosi per la realizzazione della bretella Valle dei Mulini – Amalfitana, non ha rinunciato alla possibilità di costruire anche una viabilità alternativa alla 163 che, per dati di fatto, risulta più lontana nel tempo». Gli unici due voti contrari sono stati quelli del gruppo di minoranza “Amalfi verso il futuro”, rappresentato da Giovanni Torre e dall’ex sindaco Antonio De Luca. Anche in questo caso non sono mancate le polemiche. «L’attuale Amministrazione – spiega De Luca dalla sua pagine Facebook - pensa ad una bretella viaria che prevede un nuovo percorso, non previsto nel Piano urbanistico territoriale, né condiviso dalla Soprintendenza». (g.d.s.)