Sì dei giudici: Pastena avrà il nuovo porto

Dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai residenti

Inammissibile il ricorso straordinario al Capo dello Stato, a cui un gruppo di residenti di Pastena si era rivolto per bloccare il progetto del nuovo porto dopo aver preso atto che i termini per presentare istanza al Tar erano scaduti. È invece proprio il Tribunale amministrativo, secondo il parere depositato dal Consiglio di Stato, l’unico organo competente a decidere su una materia che riguarda l’affidamento di lavori a valenza pubblica. In soldoni significa via libera all’infrastruttura portuale nell’area del Polo nautico, perché il parere dei giudici di Palazzo Spada è vincolante e il presidente della Repubblica non potrà fare altro che rispondere ai ricorrenti con un decreto in cui dichiara la sua incompetenza. Ai difensori dell’attuale porticciolo, frequentato da bagnanti e proprietari di imbarcazioni piccole e piccolissime, resta solo un ultimo spiraglio aperto dalla stessa pronuncia del Consiglio di Stato: quello di rivolgersi al Tar e chiedere a quest’ultimo di rimetterli in termini per il ricorso, valutando la peculiarità della fattispecie e riconoscendo per questo “l’errore scusabile”. Uno spiraglio che è poco più di un miraggio, tant’è che Antonio Ilardi (amministratore della Fintur, che ha progettato il porto) canta vittoria e annuncia l’intenzione di aprire il cantiere quanto prima: «Siamo particolarmente orgogliosi e soddisfatti del parere reso dal Consiglio di Stato – dichiara in una nota diramata alla stampa – Quest’atto costituisce la chiara ed inequivocabile attestazione della serietà e della professionalità con cui abbiamo curato in questi anni l’iniziativa. Si apre ora una stagione nuova, basata sul fare, finalizzata, cioè, a trasporre nella realtà le idee progettuali approvate. La zona orientale di Salerno godrà di una enorme crescita economica e potrà beneficiare di una imperdibile opportunità di riqualificazione urbana. Centinaia di posti di lavoro saranno creati – conclude – grazie a quest’opera che costituirà un presidio di sviluppo stabile e non delocalizzabile».

Sull’altro fronte, quello dei contrari, l’avvocato Gaetano D’Emma che ha curato il ricorso si limita a dire che «saranno valutate le ulteriori iniziative giurisdizionali da intraprendere». E intanto non nasconde le perplessità per un parere di incompetenza per materia che arriva dopo due anni e più richieste di integrazioni documentali. Nel merito della decisione contesta innanzitutto che il nuovo porto possa ritenersi opera pubblica: «Parliamo di posti barca (che senza dubbio sono privati) e di altre strutture private quali un albergo e una fila di negozi. Inoltre noi non abbiamo impugnato la determina conclusiva della Conferenza di servizi, con cui si concretizza l’affidamento citato nel parere; abbiamo invece contestato i profili paesaggistici, demaniali e ambientali, perché a nostro avviso mancano le necessarie valutazioni». Per i giudici di Palazzo Spada, però, poco cambia: «La procedura di project financing – rilevano – consiste in un unico procedimento a formazione progressiva, con la conseguenza che (anche volendo accedere alla tesi sostenuta dai ricorrenti) l’impugnativa sui provvedimenti oggetto del ricorso non può che essere attratta nella sfera di cognizione del competente Tribunale amministrativo».

Sul sito www.portodipastena.it c’è già il modulo per prenotare uno dei 450 posti barca annunciati dal progetto. Sono inoltre previsti 13 residence, 725 posti auto scoperti e 370 box, un centro commerciale con bar e ristoranti, un nuovo tratto di Lungomare e complessivi 30mila metri quadri di spazi accessibili a tutti, su cui poggia quell’interesse pubblico citato dal Consiglio di Stato.

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