Sì ai box a piazza Alario

Il Consiglio dei ministri ha preso atto del parere favorevole della Soprintendenza

Via libera definitivo al progetto per la realizzazione di una serie di box interrati a piazza Alario. Ieri il Consiglio dei ministri ha «preso atto del superamento del dissenso che si era manifestato nel corso della conferenza dei servizi convocata a norma dell’articolo 14 quater della legge 241 del 1990 per dirimere i molteplici interessi coinvolti». Così recita la nota stampa ufficiale del Governo.

Il superamento del dissenso cui fa riferimento la nota è avvenuto a seguito dell’invio del parere favorevole al nuovo progetto dato dal soprintendente alla fine dello scorso mese di ottobre ed inviato alla presidenza del Consiglio dei ministri. Tra gli elementi che hanno indotto al via libera, la possibilità di conservare l’attuale fontana e di reimpiantare gli alberi, oltre alla riduzione delle griglie e alle garanzie su pavimentazione e materiali di rifinitura. Il nuovo progetto cui si fa riferimento è comunque datato aprile 2014. Rispetto a quello iniziale, già bocciato dalla Soprintendenza, si prevede l’eliminazione della copertura delle scale di accesso ai garages e la copertura delle griglie di areazione, con il trasferimento della fontana storica e di tre platani salvati dalle ruspe.

Vale la pena ricordare che la presa d’atto arriva da Roma, in quanto del problema era stato investito direttamente il premier Matteo Renzi. A lui era stato chiesto, da parte del Comune di Salerno, di inserire il progetto tra le “opere strategiche”, consentendo così di aggirare i dinieghi posti in sede locale. Infatti, anche il nuovo progetto era stato bocciato dall’ex soprintendente Gennaro Miccio. Nella sua relazione aveva sottolineato come «l'intervento introduce degli elementi detrattivi ai tratti distintivi e storicamente acquisiti di piazza Alario» ed elementi di detrazione del paesaggio urbano della città nel suo complesso. In particolare, «le aperture realizzate su via Sabatini e via Porto, oltre che modifiche permanenti dei luoghi, determinano ripercussioni sul godimento del paesaggio in relazione all'incremento veicolare provocato dall'ingresso/uscita dal parcheggio».

Naturalmente a non essere d’accordo con il parere del soprintendente erano stati i tecnici di Comune di Salerno e la Gemar (aggiudicataria dei lavori) che, questo motivo, inviarono quindici mesi fa a Roma un corposo faldone contenente non solo i progetti dell’intervento bocciato dall’ente di via Tasso, ma anche la ricostruzione delle varie conferenze di servizio che si sono tenute a Palazzo di Città.

L’ultima portava la data di giugno 2014: in quella sede, prendendo atto del parere negativo reso da Miccio, la società invitò il Comune di attivare il procedimento previsto dal terzo comma dell'articolo 14 della legge 241 del ’90. Cosa che immediatamente il Comune fece. Ma che succede richiamandosi a questo articolo di legge? Si chiede al Consiglio dei Ministri di avocare a sé la decisione, seguendo una procedura che generalmente si attua in caso di infrastrutture strategiche.

Ma a Roma, al Ministero dei beni culturali, contro i box interrati c’è anche l’appello degli attivisti dei “Figli delle chiancarelle”, che continuano a monitorare la procedura.

Vale la pena ricordare che il progetto (inserito anche quest’anno nel piano delle opere pubbliche) prevede la realizzazione di novanta box auto e di 220 posti auto a rotazione per un totale di quattro piani di parcheggio da realizzare sotto la storica piazza salernitana. Il costo complessivo dell’intervento, da realizzare in project financing, è di poco meno di dieci milioni di euro.

A questo punto, dopo la decisione del Governo, resta da capire, se i rappresentanti dell’associazione “Figli delle chiancarelle” hanno ancora qualche possibilità di bloccare i lavori.

Sicuramente, la presenza di un parere favorevole da parte della Soprintendenza rende il percorso del Comune molto meno in salita di quanto era in precedenza, come dimostra anche la presa d’atto arrivata ieri dal Consiglio dei ministri.

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