politica

Rutino, il sindaco “incandidabile” In bilico il consiglio comunale

Una condanna a due anni per ricettazione inchioda il primo cittadino agli effetti della legge Severino Immerso si “autosospende” per diciotto mesi. L’opposizione insorge e chiede lo scioglimento

RUTINO. Una condanna penale risalente a fatti avvenuti nel 2002 renderebbe, per gli effetti della legge Severino, incandidabile il sindaco di Rutino, Gerardo Immerso. La comunicazione al piccolo centro cilentano è arrivata direttamente dalla Prefettura di Salerno. Che dopo aver verificato l’esistenza di una condanna per ricettazione ha inteso comunicare al primo cittadino la sua incandidabilità.

Il colpo di scena. Ieri sera in consiglio comunale, con una aggiunta all’ordine del giorno, il primo cittadino ha inteso “sospendersi” dall’incarico. Una procedura per qualcuno, anomala visto che è il Prefetto ad aver fatto scattare la decadenza dal ruolo. Nella nota, il sindaco rassicura: «Voglio evidenziare che i fatti risalgono al lontano 2002 e che nulla hanno a che fare con il mio operato nelle precedenti amministrazioni ma riguardano circostanze personali legate alla mia attività professionale». Ed aggiunge: «La decisione è volta a non creare eventuali situazione di interferenza politica e amministrativa con le funzioni inerenti la carica, e non vuole tradire la fiducia degli elettori». Un coup de theatre anche perché il sindaco sa benissimo che se avesse continuato ad esercitare il ruolo, avrebbe messo a repentaglio l’attività amministrativa rendendo nulli tutti gli atti prodotti.

La difesa di Immerso. Il primo cittadino obietta alla Prefettura che gli effetti della Severino non riguarderebbero il suo caso. La sua condanna è stata a due anni – pena sospesa – e dunque non superiore come previsto dalla legge. Un cavillo? Forse. Il testo di legge è chiaro, la sospensione e decadenza si applica a «coloro che, con sentenza di primo grado, confermata in appello per la stessa imputazione, hanno riportato, dopo l’elezione o la nomina, una condanna ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo». Presumendo anche che il termine fissato dal legislatore era quello di impedire la candidabilità a chi non ha avuto la pena sospesa, come in questo caso, è chiaro però che il termine dei due anni è fissato per legge.

Bagarre in consiglio. La nota di “autosospensione” del sindaco non viene presa in considerazione dall’opposizione. Che abbandona l’aula al momento del voto. L’opposizione infatti chiede l’applicazione della legge, che in questi casi prevede che «l’eventuale elezione o nomina di coloro che si trovano nelle condizioni di cui al comma 1 è nulla. L’organo che ha deliberato la nomina o la convalida dell’elezione è tenuto a revocarla non appena venuto a conoscenza dell’esistenza delle condizioni stesse». E per questo ieri sera ha chiesto la revoca della convalida dell’elezione a sindaco di Gerardo Immerso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA