LA QUESTIONE

Ruggi, stop agli interventi intramoenia 

Il direttore sanitario li sospende: «Troppo squilibrio tra le liste d’attesa ordinarie e quelle per attività libero professionali»

SALERNO. Stretta sui medici di Chirurgia generale del “Ruggi” che – come in altri reparti – utilizzano le sale operatorie per eseguire interventi chirurgici in regime intramoenia, cioè “privati”. I controlli sono partiti da tempo e interessano senza esclusione tutti i reparti dell’ospedale salernitano e dunque non è detto che non seguiranno altri provvedimenti aziendali. La direzione sanitaria aziendale (con una disposizione anticipata ieri da salernosanità) ha sospeso per due mesi le attività chirurgiche di intramoenia del reparto di Chirurgia generale. Lo stop è previsto dal 4 settembre, scrive il direttore sanitario Nicola Silvestri, dunque di fatto i chirurghi in questo periodo non potranno eseguire interventi chirurgici privati in una struttura pubblica qual è il “Ruggi”.
Durante i controlli disposti dal direttore generale Nicola Cantone è emerso che la lista degli interventi “privati” scorreva di più rispetto alle liste d’attesa ordinarie dell’ospedale, la cui precedenza in questo caso si basa sulla gravità degli interventi. Interventi, quelli privati, effettuati extra orario di lavoro, che consentono ai medici di beneficiare di una parte dei guadagni per ogni intervento eseguito, al di là dello stipendio percepito mensilmente durante l’orario di lavoro svolto in ospedale. Negli interventi intramoenia una parte dei guadagni va al chirurgo e un’altra all’ospedale. Tutto lecito, ma senza abusare di questa possibilità prevista per legge e soprattutto senza ingrossare le liste d’attesa di chi è ammalato e non ha soldi per chiedere prestazioni private in ospedale e si affida ai tempi della struttura sanitaria pubblica. Il provvedimento della direzione sanitaria rileva invece «squilibri tra liste d’attesa per attività istituzionali e quelle per attività libero professionale». «Si è palesata una notevole concorrenzialità – è scritto nella disposizione – in quanto i tempi di attesa in intramoenia sono stati di soli tre giorni, a differenza dei numerosi prenotati per i quali l’attesa superava ampiamente i tempi massimi».
Entrando nel dettaglio i «posti letto da dedicare alle attività di intramoenia possono essere il 10 per cento del totale e attualmente i posti letto ordinari sono 8». I controlli sono stati eseguiti dall’1 gennaio al 31 luglio scorsi. È risultato, ad esempio, che in cinque giorni sono stati ricoverati due pazienti da operare in intramoenia e in altri quattro giorni altri tre pazienti. Pertanto la direzione aziendale disporrà «modifiche organizzative» per eliminare «gli squilibri». La disposizione amministrativa riferendosi al reparto si è limitata a parlare di «disorganizzazione rispetto alla corretta programmazione delle attività di ricovero». È da dire che le sale operatorie non sono molte e gli interventi vanno divisi con le liste ordinarie, che potrebbero rischiare di subire rallentamenti. Se dovessero emergere altre anomalie non è escluso che qualche professionista possa incorrere in provvedimenti disciplinari.

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