L'inchiesta

Ruggi: ritornano al lavoro due assenteisti

I dipendenti erano stati sospesi per dodici mesi

SALERNO. Ritornano sul posto di lavoro due assenteisti dell’ospedale Ruggi che erano stati sospesi dal lavoro per un anno dalla Procura di Salerno. Enrico Severino e Antonio Criscuolo, del comparto para medico, il primo del reparto di Otorino e il secondo di Tanatologia, a partire da sabato scorso sono stati reintegrati in quanto sono trascorsi dodici mesi dai rispettivi provvedimenti di interdizione dal servizio pubblico. In realtà anche l’Azienda ospedaliera universitaria li aveva sospesi, ma per sei mesi, e dunque hanno dovuto attendere il doppio del tempo per rimettere di nuovo piede nell’ospedale di via San Leonardo.

Per Severino è stato disposto un nuovo incarico al pronto soccorso, mentre Criscuolo è ritornato al suo incarico precedente. I due dipendenti, insieme ad altri sette, furono sospesi dal lavoro per dodici mesi. Poi l’Azienda ospedaliera, nel 2015 diretta dal manager Vincenzo Viggiani, emise il provvedimento di licenziamento per sette di loro e Severino e Criscuolo se la cavarono solo con la sospensione. La scelta di non licenziarli scaturì dalla valutazione che entrambi i lavoratori non si assentavano dal posto di lavoro, ma timbravano il cartellino marcatempo al posto dei colleghi. Uno in particolare avrebbe timbrato molte volte i cartellini e in alcuni casi avrebbe vidimato il badge ben oltre l’orario di uscita, favorendo il collega due volte. Non solo perché in questo modo l’assenteista risultava sul posto di lavoro negli orari in cui avrebbe dovuto esserci ma in realtà era fuori, ma inoltre la timbratura extra orario di lavoro faceva scattare anche lo straordinario.

Le irregolarità commesse furono ritenute dall’Azienda meno gravi rispetto a quelle perpetrate dagli altri sette, che furono licenziati. Come previsto nelle pubbliche amministrazioni, però, per i prossimi due anni i due dipendenti reintegrati non possono ricevere a loro carico altri giorni di sospensione, altrimenti supererebbero i sei mesi di allontanamento dal lavoro previsti dalla legge come limite massimo tollerabile, e in tal caso scatterebbe il licenziamento. A quanto pare, però, entrambi sarebbero coinvolti in un altro filone d’indagine che riguarda altri colleghi e sarebbero nell’elenco dei dipendenti al vaglio della Commissione disciplinare.

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