Ruggi in vetta per gli interventi al cuore 

La mortalità nei pazienti operati con bypass è molto inferiore alla media nazionale e risulta la più bassa della Campania

Archiviato il 2017, l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) torna a spulciare i dati sui risultati raggiunti nel 2016 dagli ospedali d’Italia per capire l’andamento delle prestazioni sanitarie e monitorare i livelli quantitativi, e non solo, raggiunti in tutto il Paese.
Il primato. La “torre” cardiologica del “Ruggi” anche quest’anno svetta in testa alla classifica nazionale per la minore mortalità entro 30 giorni dai ricoveri per interventi di bypass aorto-coronarici. La percentuale nazionale si attesta, infatti, sul 2,15 per cento di mortalità, ma il “Ruggi” ha fatto molto meglio. Nella struttura complessa di Chirurgia vascolare ed endovascolare dell’Azienda ospedaliera universitaria diretta da Giancarlo Accarino la mortalità, calcolata sempre su due anni, su 667 ricoveri è di 1,50 per cento, cioè la più bassa della Campania. Infatti l’ospedale Dei Colli - Monaldi di Napoli su 474 ricoveri ha una mortalità del 3,80 per cento; Avellino sale di molto e al Moscati, su 234 ricoveri, c’è una percentuale di mortalità dell’8,12%. Alla Federico II di Napoli su 176 ricoveri la percentuale è di 4.55. Dunque, quanto a by pass aorto-coronarici possiamo dire che chi è in cura al “Ruggi” può sentirsi tranquillo.
Tumori. Dando un’occhiata ai volumi di ricoveri e di interventi chirurgici che vengono effettuati nell’Azienda ospedaliera-universitaria, in primis al “Ruggi”, si ha la percezione di quante prestazioni avvengono quotidianamente tra le mura dell’ospedale cittadino e quali sono le patologie più diffuse. Nel 2016 il volume degli interventi chirurgici per tumori alla seno sono stati 110, alla tiroide 37, all’utero 17, cerebrali 86, laringe 27, colon (in laparoscopia) 15 e 45 interventi, retto (laparoscopia) 4, polmone 3, stomaco 18, pancreas 25, esofago 2, fegato 33, colecisti 1, rene 72, vescica 13 oltre alle prostatectomie 74, isterectomie 11, colicistectomia 80 (in laparoscopia 67). Questi sono i numeri, anche se va considerato che sono in tanti a recarsi spesso fuori regione per non aspettare troppo a lungo prima di intervenire chirurgicamente, a causa delle lunghe liste d’attesa.
Infarti e aneurismi. Al “Ruggi” si distinguono i volumi di ricoveri per interventi dovuti agli infarti. Sempre nel 2016 si sono registrati 652 casi, cioè in ospedale ci sono stati quasi due ricoveri al giorno. Per le angioplastiche, interventi con il cosiddetto “palloncino”, i ricoveri sono stati in ogni caso notevoli e cioè 522. E anche i ricoveri per scompensi cardiaci congestizi, cioè con forti scompensi, sono stati 937. Pure gli aneurismi sono numerosi: quelli cerebrali non rotti 3 e i rotti 11, ma gli aneurismi all’aorta addominale (non rotti) sono stati 106, quelli all’aorta addominale (rotti) 6.
Ortopedia. Per quanto riguarda le ossa, i dati sono anche qui notevoli. I ricoveri per frattura del collo del femore sono 461, della tibia e perone 55.
Mortalità. L’Agenas ha censito non solo le patologie ma anche gli esiti degli interventi nel 2016. Dunque si possono riscontrare anche i dati sulla mortalità degli interventi eseguiti in ospedale. Per gli infarti del miocardio acuto su 452 casi la mortalità è dell’8,85 per cento. Per gli scompensi cardiaci su 314 casi la percentuale è del 14,33. E i parti? Per quelli naturali (1.059) la percentuale di mortalità è dello 0,09 per cento. Per quelli cesarei (1.851) è dello 0,54 per cento. Poi ci sono i dati sui tumori. Per i 72 interventi al rene, la mortalità è del 5,56 per cento, per quelli al pancreas (25 casi) è del 16 per cento, al fegato (33 casi) è del 3,03 per cento, e per gli 86 tumori cerebrali la percentuale è de 9,3 per cento. Rispetto ai 110 interventi al seno la percentuale è alta, del 62,73 per cento.
Tirando le fila: si registra un’alta mortalità per gli interventi al seno, si può stare tranquilli se si mette piede nella torre cardiologica e se ci opera per gli aneurismi, e pure le neomamme al “Ruggi” possono dormire sonni tranquilli.
Marcella Cavaliere
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