Rufoli, telefonate a carico dei parrocchiani

I fedeli: «Bolletta alle stelle per le chiamate private di Siglioccolo». L’avaria in barca e le vacanze estive

Dopo che don Mimmo Siglioccolo è andato via, alcuni fedeli di San Michele in Rufoli hanno scoperto che sulle casse della loro chiesa gravava una bolletta telefonica sproporzionata, frutto – denunciano – delle chiamate private che l’ex sacerdote faceva dal suo cellulare. «Quei costi venivano addebitati sui conti comuni» affermano adesso quei residenti che, dal 2011 a oggi, hanno passato al setaccio entrate e uscite della parrocchia. E aggiungono anche questa nota al lungo elenco di doglianze fatto pervenire alla Curia e prossimo a confluire in un esposto alla Guardia di Finanza.

La bolletta del telefono è l’ultimo tassello di un dossier che denuncia un ammanco di circa 600mila euro dalle casse parrocchiali. Soldi che Siglioccolo avrebbe gestito in maniera arbitraria e che secondo gli accusatori sarebbero finiti, almeno in parte, nelle sue tasche. In attesa che il nuovo parroco, monsignor Michele Alfano, formalizzi la denuncia in Procura, la comunità parrocchiale sta arricchendo il suo fascicolo di nuovi episodi e particolari. Si aggiungono al filone principale – quello dei 437mila euro incassati dal Comune (e poi spariti) per la vendita dei suoli destinati ad alloggi popolari – e raccontano di un sacerdote sui generis, che qualcuno dovette soccorrere in mare per un’avaria alla sua barca e che riceveva in parrocchia le telefonate della sua compagna, una donna della Valle dell’Irno da cui avrebbe avuto due figli. Fu la scoperta della paternità a determinare il suo allontanamento dalla Chiesa. Le indiscrezioni raccontano di un incontro tesissimo con l’arcivescovo Luigi Moretti, che al tentativo di Siglioccolo di negare, batté la mano sul tavolo minacciando una sospensione a divinis se l’allora parroco non avesse subito rassegnato le dimissioni. Era l’estate del 2011, e in Curia erano arrivate le voci delle vacanze del prete insieme alla famiglia. Il 2 ottobre don Mimmo, giunto a Rufoli nel 1996, guidò per l’ultima volta la processione di San Michele e qualcuno gli fece trovare sul percorso volantini derisori: «Questo vescovo non ti copre. Ora i soldi te li dovrai guadagnare». Il giorno dopo fu sostituito e indirizzato in una comunità residenziale a Roma, per una pausa di riflessione. Pochi giorni fa monsignor Moretti ha ufficializzato che la Curia lo ha ridotto allo stato laicale. (c.d.m.)

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