Rufoli, il Comune consegna gli alloggi ma il Sunia attacca

Il presidente De Simone: «È soltanto fumo negli occhi Occorre fare chiarezza, ci sono due graduatorie ferme»

Dopo un anno dalla fine dei lavori, ieri mattina il sindaco di Salerno ha proceduto all’assegnazione dei primi sette alloggi di edilizia sociale costruiti in località Rufoli di Ogliara. In totale sono 47 ma gli altri locali saranno abitati soltanto a fine anno. Infatti, come ha spiegato nel corso della cerimonia l’assessore Nino Savastano, nelle case rimaste dovranno andare ad abitare le famiglie attualmente residenti in due civici di via Capone per il quale il Comune paga il fitto. Le procedure di assegnazione sono ancora in fase di definizione e questo spiega i motivi di questa ulteriore piccola attesa.

«In questo modo - ha spiegato il rappresentante di giunta - l’amministrazione risparmierà 350mila euro di fitti passivi». Molto soddisfatto il sindaco Vincenzo De Luca che ha voluto anche visitare un appartamento per rendersi conto di persona di come sono stati realizzati. «Avrete un bagno che è il doppio di quello di casa mia e pure il posto auto», ha commentato ironicamente. Battute a parte, per il primo cittadino, l’operazione ha un duplice obiettivo: «Eliminare definitivamente la rete dei prefabbricati e i fitti passivi che gravano sul Comune», ha spiegato e ha poi commentato: «Queste assegnazioni sono state fatte sulla base di criteri oggettivi che rispettano i bisogni della gente e non come in passato quando venivano fatte con i bigliettini per le solite clientele dei vari assessori». Resta molto critico invece il presidente del Sunia Liborio De Simone. «Abbiamo assistito all’ennesima inaugurazione dopo quasi dodici anni. E’ soltanto fumo negli occhi perché non c’è stata alcuna consegna delle chiavi. Sono piuttosto dell’avviso che bisognerebbe fare un atto di chiarezza definitiva visto che ci sono due graduatorie ferme», ha commentato. Polemiche a parte, i più contenti ieri mattina erano le famiglie (quasi tutte residenti attualmente a via Marchiafava). «Siamo emozionatissimi - ha commentato Mario Pulvani - Siamo stati dodici anni in un container, 5 in un albergo, 6 nei prefabbricati di Matierno, 3 anni e mezzo a Fuorni ed ora finalmente abbiamo una casa».

Vale la pena ricordare che gli alloggi sono stati costruiti lì dove un tempo c’era il villaggio Caritas. Il Comune ha investito sette milioni di euro ed ha provveduto anche alla viabilità, alla pubblica illuminazione e ai servizi infrastrutturali. Il progetto rientrava nel più ampio accordo di programma stilato nel lontano 2000 tra Ministero dei Lavori Pubblici e Regione Campania per la costruzione di alloggi da destinare ai terremotati.

Angela Caso

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