Rufoli, i fedeli preparano dossier sull’ex parroco

Movimenti bancari e visure nel faldone da consegnare alla guardia di finanza Emergono i dissidi avuti da Siglioccolo con il diacono e un altro sacerdote

Movimenti bancari, visure catastali, accertamenti sulle proprietà. C’è tutto questo nel dossier che un gruppo di residenti di Rufoli sta preparando sull’ex parroco Domenico Siglioccolo per consegnarlo alla Guardia di Finanza. Dopo le dichiarazioni dell’arcivescovo Luigi Moretti («Spetterà alla parrocchia agire penalmente. Noi certamente non saremo contrari e non ci opporremo»), i fedeli tornano a chiedere al nuovo parroco, monsignor Michele Alfano, l’invio di una denuncia in Procura, per fare chiarezza sulla gestione decennale di don Mimmo e provare a recuperare, almeno in parte, i 600mila euro che secondo le accuse l’ex sacerdote avrebbe sottratto dal conto corrente della chiesa di San Michele. Sulla vicenda l’attenzione della magistratura si è già accesa, e se monsignor Alfano non metterà le contestazioni nero su bianco i fedeli sono pronti a fare da soli, consegnando alle fiamme gialle tutta la documentazione raccolta negli ultimi mesi. Chiedono che si faccia chiarezza non solo sulla posizione di Siglioccolo ma anche su eventuali aiuti di cui sospettano possa avere goduto in Curia, quando arcivescovo era Gerardo Pierro. In particolare puntano l’indice su un documento attribuito all’ex economo della Diocesi, monsignor Vincenzo Rizzo (ora vicario parrocchiale a Sant’Agostino), che avrebbe autorizzato don Mimmo a un prelievo in contanti di 100mila euro, soldi di cui si sono poi perse le tracce. Anche questa vicenda è oggetto del dossier, così come potrebbero farne parte alcune testimonianze raccolte nel corso degli anni tra fedeli ed esponenti del clero. Le prime segnalazioni di anomalie risalgono a più di dieci anni fa, quando alcuni parrocchiani sollevarono dubbi sulla moralità del prete (poi risultato padre di due figli e ridotto per questo ridotto da Moretti allo stato laicale) e sulla gestione economica della parrocchia. Dissapori c’erano stati perfino con il diacono, che all’epoca gestiva il conto parrocchiale e da lì avrebbe preso 1 milione di lire per un prestito richiesto da don Mimmo. Quei soldi non sarebbero mai tornati indietro e i rapporti tra sacerdote e diacono si sarebbero inaspriti a tal punto che quest’ultimo lasciò la chiesa di Rufoli per tornarvi solo a fine 2011, quando al posto di Siglioccolo fu nominato Alfano. A fare le spese dell’avidità dell’ex parroco sarebbe stato anche un sacerdote ucraino, che lo affiancava facendosi accreditare sul conto della parrocchia il suo stipendio e ricevendolo ogni mese dalle sue mani. Quando andò via disse di aver saputo con grande ritardo che la sua retribuzione era stata aumentata, perché l’aumento non era mai arrivato nelle sue tasche.

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