L'EMERGENZA EPIDEMIA

Rocco e i suoi fratelli, i cantanti in pressing: «Concerti con il pass»

Hunt e gli artisti italiani: autorizzare subito i live al chiuso Il Cts nicchia, ira Assomusica: «Così sta morendo il settore»

SALERNO - C’è anche una firma salernitana, quella di Rocco Hunt, in una vertenza sentitissima. Il virus, infatti, sta condizionando l’intero mondo dello spettacolo e non solo quello dei locali notturni. Per questo tanti artisti italiani sono andati in pressing, ormai da settimane, sul Governo per chiedere la riapertura di arene, palazzetti dello sport o tutti gli altri luoghi al chiuso dove si tengono dei concerti. Aperti al massimo della capienza con il 100% degli spettatori in possesso del “green pass”. Come nelle scuole, come sui loghi di lavoro. Già, il lavoro: gli artisti uniti - la lettera è stata sottoscritta anche da big della musica internazionale come gli Aerosmith o i Depeche Mode - evidenziano anche le grandissime difficoltà di un settore che, dietro un cantante, ha decine di persone “nascoste” come tecnici o addetti ai palchi che sono rimasti praticamente fermi nell'era del Covid. Polemiche che nascono da lontano e che si sono rafforzate dopo lo stop arrivato all’esibizione “sperimentale” di Cosmo: il cantante-dj di Ivrea, infatti, aveva organizzato in un capannone di Bologna un concerto che prevedeva la presenza degli spettatori, al massimo della capienza indicata, tutti in possesso del “lasciapassare” europeo.

Dopo una lunga “trattativa” con il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è arrivata la cancellazione dell’evento. Che ha fatto scatenare le ire di tanti altri artisti: da Fedez a Calcutta, infatti, i profili social dei cantanti più amati si sono riempiti di immagini di comizi politici ricolmi di persone. «L’Italia è l’unico Paese dove non si fa nulla per introdurre norme e progettualità per far ripartire il mondo dello spettacolo», il commento proprio del rapper milanese. Parole, messaggi e pressioni che non sono passate inosservate. In particolare ai presidenti delle Regioni: nel corso dell’ultima conferenza, infatti, il presidente Massimiliano Fedriga, evidenziando gli ottimi risultati ottenuti grazie alla campagna vaccinale e una situazione epidemiologica più che tranquilla, ha sottolineato che «è arrivato il momento di superare alcune norme di sicurezza, fissando da ottobre un limite di capienza dell'80% nei luoghi destinati allo spettacolo dal vivo».

Pensiero che, poi, è stato rafforzato dalla lettera inviata da tanti artisti uniti al Cts, intitolata “Salviamo la musica live”: nel documento sottoscritto anche dalle associazioni di categoria - viene evidenziata la necessità di riaprire le sale da concerto col 100% della capienza, senza distanziamento, ma con green pass e mascherine. Inoltre viene richiesto di fissare una data certa per la ripartenza attraverso un piano da formalizzare entro il prossimo 31 ottobre.

Le indiscrezioni arrivate dall’ultimo incontro fra gli esponenti del Governo e del Cts, però, non accontenterebbero tutte le richieste degli artisti: si pensa, infatti, di indicare un limite dell’80% delle strutture al chiuso e, soprattutto, non viene indicata una data certa per la ripartenza. «È ormai evidente che il disperato appello lanciato al premier Draghi e al Governo sia rimasto totalmente inascoltato », l’urlo di Assomusica. «Le posizioni assunte dal Comitato tecnico scientifico e il silenzio del Governo fanno emergere quanto la gravità della situazione che riguarda centinaia di migliaia di lavoratori e tutta l’intera filiera della musica dal vivo sia del tutto sottovalutata se non addirittura ignorata».

(ale.mos.)