omicidio faucitano/gli interrogatori 

Rizzo e Adini restano in silenzio davanti al gip

Pasquale Rizzo e Marcello Adini si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Davanti al gip Mariella Zambrano, ieri mattina, hanno fatto scena muta nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio dello...

Pasquale Rizzo e Marcello Adini si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Davanti al gip Mariella Zambrano, ieri mattina, hanno fatto scena muta nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio dello scafatese Dino Faucitano che li vede coinvolti. Una strategia, questa, per permettere ai loro legali, gli avvocati Pasquale Morra e Francesco Matrone, di leggere meglio l’ordinanza della Procura dove, insieme a Carmine Alfano - attualmente detenuto a Cosenza e il cui interrogatorio è stato posticipato - sono ritenuti i responsabili della morte del quarantacinquenne avvenuta il 26 aprile del 2015.
Nel frattempo, emergono nuovi dettagli sulla morte di “Dinuccio”. Secondo le testimonianze dei pentiti Alberto Panico, Andrea “Dario” Spinelli, Massimo Fattoruso, Alfonso Loreto e Romolo Ridosso, la vittima conosceva Carmine “Bim Bum Bam” Alfano, ritenuto il mandante dell’omicidio mentre a sparare sarebbe stato Adini. Era a quest’ultimo, infatti, che Faucitano avrebbe dovuto pagare un debito di 700 euro per una partita di droga. Alfano aveva dato come ultimatum sabato 25 aprile 2015, ma quel giorno Faucitano non versò nemmeno un euro. Di questo si sarebbe detto preoccupato con Spinelli, a cui aveva manifestato l’intenzione di denunciare il tutto ai carabinieri il lunedì successivo. Tuttavia, la domenica precedente fu freddato da otto colpi di pistola.
L’arma, secondo quanto ricostruito dalla magistratura salernitana, è stata detenuta per alcuni giorni da Fattoruso, che poi l’avrebbe gettata in uno dei canali cittadini del Sarno. Proprio il pentito, nei primi giorni di collaborazione con la giustizia, indicò il luogo esatto dove si era disfatto dell’arma. Tuttavia, quella pistola non è stata mai ritrovata dai carabinieri del nucleo sommozzatori.
Infine, emerge che prima della morte di Faucitano, proprio quest’ultimo aveva avuto un litigio con Alfano per il debito. Questioni che conosceva bene Rizzo, a cui “Dinuccio” aveva dato ospitalità in casa propria in cambio di 200 euro per le spese. Proprio Rizzo, secondo gli inquirenti, condusse Faucitano in piazza Falcone e Borsellino per essere ucciso. Successivamente non ha mai raccontato la verità ai familiari del quarantacinquenne, anche in occasione di un incontro avvenuto dai carabinieri nei momenti successivi all’omicidio. Tuttavia, nella prima deposizione si era tradito tirando in ballo Carmine Alfano per un presunto traffico illecito di animali.(d. g.)
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