“Rivoluzione” delusa: «Vince il populismo»

La coalizione guidata da Ingroia non ottiene seggi in Parlamento. Buoni i risultati a Salerno e Agropoli

SALERNO. «In Italia ha vinto il populismo», questa l’amara considerazione del segretario provinciale di Rifondazione comunista, Loredana Marino. Cade, ma dritto e con i piedi per terra, il partito coalizzato con la “Rivoluzione Civile” di Ingroia. Ha lottato con la consapevolezza di doversi confrontare con «un popolo figlio del berlusconismo», Rifondazione, che definisce come una vera corrente culturale quella creata dal Cavaliere, «corrente che ha partorito il Movimento 5 stelle». Marino ha poi affermato delusa: «Il 4 per cento alla Camera non lo abbiamo raggiunto, per cui restiamo extraparlamentari. Monti ha pagato lo scotto del Governo tecnico e Berlusconi ha recuperato con la truffa dell’Imu - ha aggiunto - gli elettori, presi per la pancia, hanno dato fiducia ad un populismo di destra che ha ingannato l’Italia». Il segretario provinciale, spostando i riflettori sullo “tsunami” del Movimento 5 stelle, ha osservato come, con Grillo «vi siano tanti ragazzi che credono nel cambiamento, ma che purtroppo si trovano su di un carrozzone privo di un reale programma politico». Non manca la soddisfazione della Marino per l’incremento dei voti al Senato, rispetto alle passate elezioni, per Salerno città che, poco prima delle 20 di ieri sera, erano circa un migliaio, come ad Agropoli dove si è superato il 3 per cento. E non manca neppure l’autocritica sul piano nazionale: «A Salerno e ad Agropoli i candidati risultano del territorio e questo ha sicuramente influito positivamente sul buon esito dei voti - ha precisato Marino - Se anche sul piano nazionale si fosse puntato su una maggiore presenza territoriale dei candidati, automaticamente sarebbe scattato quell’entusiasmo e quel trasporto emotivo che ha premiato altrove». Non basta la sconfitta elettorale, ad ogni modo, a scoraggiare Rifondazione comunista: «Non mi sono mai illusa - ammette Marino - in quanto conosciamo bene, purtroppo, la corrente culturale del berlusconismo che ha regnato per tanti anni, ma cadiamo con le spalle dritte: siamo una minoranza, è vero, ma le nostre soddisfazioni e le nostre idee non muoiono certo con la scadenza elettorale». Unico vero magone non poter portare in Parlamento vertenze territoriali che da sempre il partito supporta.

Marilia Parente

©RIPRODUZIONE RISERVATA