«Ritardi ingiustificabili Così affossano il porto»

Gallozzi, presidente di Assotutela, insorge contro le disattenzioni degli enti «Dragaggio dei fondali, allargamento dell’imboccatura, gallerie: tutto fermo»

Slitta la presentazione, in programma martedì prossimo, del Piano triennale di sviluppo dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno centrale. Il presidente Pietro Spirito, infatti, ha annullato l’incontro, al quale era stata invitata anche la comunità portuale salernitana, ufficialmente perché impegnato in un summit con il ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, Graziano Delrio. Radio porto, tuttavia, fornisce un’altra versione, e attribuisce il dietrofront ad altre motivazioni, di carattere gestionale, che chiamano direttamente in causa il porto di Salerno. E non è un caso che, in concomitanza con la decisione di posticipare la presentazione, arrivino pure le esternazioni del presidente di Assotutela, Agostino Gallozzi. Che non usa mezzi termini, criticando questa situazione di standby in cui si trova, sua malgrado, il porto di Salerno, e tirando in ballo pure le istituzioni locali «il cui impegno – chiarisce – non è bastato a garantire la realizzazione dei progetti fondamentali per continuare ad essere un porto competitivo sul mercato mondiale dei traffici marittimi». In pratica se il porto salernitano è nel gotha europeo non è grazie alla politica ma solo ed esclusivamente all'impegno degli imprenditori. E questo Galozzi lo dice chiaro e tondo, senza mezzi termini: «Non bisogna dimenticare – rimarca – che il porto di Salerno è cresciuto in questi anni a ritmi inimmaginabili grazie alla capacità delle imprese e dei lavoratori di attrarre con la loro professionalità le maggiori compagnie globali che non a caso hanno scelto il nostro scalo. Se oggi da Salerno è possibile raggiungere qualsiasi destinazione al mondo lo si deve a questo gigantesco sforzo che ha portato i suoi frutti e prodotto valore aggiunto in termini di redditività per il territorio e per i livelli occupazionali. La politica appare completamente distratta, o forse non ha proprio consapevolezza della dimensione e dell’importanza del fenomeno». Tant’è che anche ora la situazione non è ben delineata e si vive in un clima d’assurda incertezza. «Siamo sostanzialmente in attesa di capire – spiega Gallozzi – cosa ci aspetti nei prossimi mesi: la tanto declamata autonomia di tre anni sarà reale, così come fu detto, oppure è stata solo un contentino per tenerci tranquilli? Nel frattempo dobbiamo constatare che siamo completamente fermi dal punto di vista del potenziamento infrastrutturale che è quello al quale siamo principalmente interessati».

Agostino Gallozzi chiama in causa anche il Comune di Salerno per la vicenda dell’assenza del suo rappresentante, Nino Criscuolo, in seno al Comitato di gestione dell’Autorità portuale, accusando l’Ente d’immobilismo. «Fino ad oggi – sottolinea il presidente di Assotutela – il Comune ha preferito non rompere il proprio silenzio. Non si è capito come intenda reagire a questa situazione che ha visto Salerno esclusa nella cabina di comando della neonata Autorità, che proprio nelle riunioni disertate sta elaborando i pilastri del piano di sviluppo che riguarda anche il nostro scalo e che determina la nostra vita portuale presente e futura».

Per il momento, l’unico dato certo e inconfutabile «è che stiamo continuando a perdere – precisa Gallozzi – tempo prezioso per approfondire i fondali, allargare l’imboccatura, completare le gallerie stradali di collegamento agli svincoli autostradali». «E, soprattutto - aggiunge - continuiamo a non rendere fruibile la Stazione marittima, che sarà un bell’edificio monumentale senza destinazione d’uso, perché lì le navi da crociera non potranno attraccare. Questi sono i fatti nudi e crudi, incontestabili. E con questi fatti dovremo confrontarci. Il più presto possibile e senza fraintendimenti. Perché su questo fronte la comunità portuale di Salerno condurrà la propria battaglia, solitaria o meno, senza tentennamenti o incertezze. Sono in gioco posti di lavoro, aziende e, soprattutto, i sacrifici personali di intere generazioni che hanno creduto, combattuto e vinto per il porto di Salerno». Gallozzi definisce il ritardo finora accumulato «ingiustificabile» e chiama a raccolta «aziende, lavoratori e istituzioni non solo per conservare l’attuale livello di efficienza e competitività, attraverso il rapido completamento delle opere già programmate, ma pure di rilanciare la sfida». «Non la sfida al porto di Napoli – conclude – ma ai mercati mondiali, perché è in quel contesto che si misura il porto di Salerno e non nelle diatribe di bottega».

Gaetano de Stefano

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