Ritardi e cancellazioni La rabbia dei pendolari

Con il nuovo orario ferroviario soppresse altre corse per il rientro da Napoli E chi torna a Salerno in Sita non può proseguire verso i comuni dell’area sud

Ferrovie dello Stato: cambia l’orario ma i disagi restano. Anzi, aumentano. A denunciarlo sono coloro che ogni giorno, per lavoro o per studio, da Salerno – ma anche dai comuni a Sud del capoluogo – salgono a bordo dei vagoni diretti a Napoli e, a fine giornata, compiono il percorso inverso, diventato a quanto pare sempre più insidioso. A soli sette giorni dall'entrata in vigore del nuovo orario di Ferrovie dello Stato, i disagi registrati sono già tantissimi. A illustrarli sono proprio quei pendolari che si sentono bistrattati, puntuali nel versare a inizio mese il corrispettivo per l’abbonamento ma ripagati con un servizio che risulta carente sotto molti aspetti. I pendolari continuano a viaggiare sulla linea diretta “a Monte Vesuvio” dato il persistere dell'interruzione sulla linea “storica” a Portici, ma hanno comunque visto una complessiva riduzione del servizio e la mancata risoluzione di storici disagi. «Al ritorno da lavoro o dall’Università – racconta un giovane lavoratore – non è più possibile tornare a Salerno per più di un’ora: dalle 17.15 alle 18.25 non è più previsto alcun treno regionale, mentre con il precedente orario esistevano almeno due alternative, salvo cancellazioni: alle 17.32 (treno 3385, già agli onori delle cronache per le frequenti soppressioni) e alle 17.51 (treno 3465)».

Preso atto di tale riduzione di servizio, continuano poi immutati gli storici disservizi che hanno sempre caratterizzato i treni del ritorno a casa. «Solo nei primi giorni del nuovo orario – continua a raccontare il pendolare – si sono verificati ritardi superiori ai trenta minuti in partenza per il treno 2431 delle 17.15 nei giorni 15,16 e 17 dicembre scorsi e la soppressione da Napoli a Salerno del treno 3387 delle 18.25 il 18 dicembre». E l’improvvisa cancellazione di un treno in un orario così strategico ha i seguenti e gravi effetti: «Si registra un sovraffollamento del successivo treno 2435 delle 19.25 e spesso, per ovviare al disagio, si ripiega sui bus Sita che vengono presi d’assalto anche se poi, raggiungendo su gomma Salerno, da lí mancano soluzioni per chi deve proseguire verso Sud, dato lo stato del Cstp», conclude il pendolare. Come aggravante c’è il fatto che il citato treno 3387 veniva già di frequente cancellato con il vecchio orario ferroviario, oppure equipaggiato con vagoni non sufficienti a sostenere l’afflusso dell'ora di punta. Le proteste dei pendolari agli uffici di assistenza ai clienti di Napoli Centrale non sono certo mancate, ma alla domanda “Come è possibile che un treno che effettua una tratta così ridotta subisca tanti incidenti?” nessuno si è mai premurato di rispondere.

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