Rissa alla Ciurma Pene per 23 anni

Il giudice del Tribunale è stato più severo del pm per l’episodio che precedette l’omicidio di Cesarano

Va giù duro il giudice Ornella Dezio del Tribunale di Salerno con i partecipanti alla rissa alla discoteca “La Ciurma” che precedette il delitto di Raffaele Cesarano. Cinque anni di reclusioni sono stati comminati ai “guaglioni di Pastena”: Luigi Orilia, Ciro Esposito, Antonio Noschese e Lorys Avossa. A tre anni e sei mesi, invece, è stato condannato Fiore Casaburi, il buttafuori che rispondeva di favoreggiamento. I primi quattro sono stati condannati per lesioni plurime aggravate. Ai partecipanti alla rissa che precedette il delitto, il giudice Dezio ha imposto pene detentive addirittura più pesanti delle richieste del sostituto procuratore Rocco Alfano che nella requisitoria si era fermato a un massimo di tre anni e sei mesi per Orilia. Due anni e sei mesi il pm li aveva chiesti per Avossa, Esposito e Noschese, un anno e sei mesi per Casaburi.

Per la pubblica accusa erano schiaccianti le prove a loro carico, aggravate di aver agito con la tipologia violenta del “branco”. Quella sera del 10 agosto 2007 davanti al locale di Marina di Vietri ci fu una prima schermaglia tra il giovane di Pompei e il gruppetto di Pastena. Orilia e gli altri, ha ritenuto il giudice nell’emettere la sentenza, pestarono a sangue Cesarano dopo alcune scaramucce avvenute all’interno della discoteca. All’aggressione era presente la fidanzata della vittima, chiamata anche sul banco dei testimoni, che aiutò a identificare gli autori del primo pestaggio e a far luce sul delitto che ne seguì. Per l’aggressione che precedette l’omicidio, il Tribunale di Salerno ha ritenuto i primi quattro imputati colpevoli di lesioni plurime aggravate, condannandoli in primo grado. Alla sentenza sono pronti a presentare appello i difensori dei cinque imputati. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Luigi Gargiulo, Antonio Boffa, Antonio Cammarota e Pierluigi Spadafora. Non appena saranno depositate le motivazioni, entro tre mesi, partiranno i ricorsi per dare – dicono i difensori – dignità ai loro assistiti e «ribaltare una sentenza ritenuta ingiusta». Il reato di lesioni plurime aggravate, inoltre, è ai limiti della prescrizione che dovrebbe cadere tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Per l’omicidio di Cesarano, consumato dopo un litigio per futili motivi, sono stati condannati Angelo Solimeo, reo confesso, che deve scontare una pena a trent’anni di reclusione, Raffaele Delle Chiaie e Ivan Del Giusto.

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