GUIDA AL RISPARMIO

Risparmiare sull'olio si puòma attenzione alla provenienza

Diffidare dei prodotti che costano meno di quattro euro

Diciamolo subito, risparmiare tanto sull’olio è difficile. Per questo se vi capita tra le mani una bottiglia di olio d’oliva extravergine che costa meno di quattro euro a litro, sarebbe il caso di approfondire la vostra indagine e capire che tipo di prodotto state acquistando.
Il presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Salerno, Domenico Oliva è molto chiaro: «I contadini per produrre un litro di olio spendono circa tre euro (solo costo reale). Per questo è difficile trovarlo nei negozi a meno di questo prezzo».
 Purtroppo el nostro Paese, sugli scaffali della grande distribuzione finisce troppo olio che è italiano solo di nome. «Nel 2008 è stato possibile acquistare olive provenienti dal Marocco ad un prezzo di 20 euro al quintale - spiega Oliva - Ciò che consente di poter vendere olio extravergine di oliva a meno di 3 euro al litro». Ma fortunatamente da 16 gennaio dello scorso anno il decreto ministeriale, datato 10 ottobre 2007, è entrato in vigore. Cosa significa? Semplice «indicazioni obbligatorie nelle etichette dell’olio vergine ed extravergine di oliva».
Tradotto in soldoni significa che il consumatore sulla confezione che acquista troverà scritto, in maniera chiara, la provenienza delle olive e tutta la sua filiera (il termine tecnico è: Tracciabilità). Ma quali sono le caratteristiche principali che il consumatore deve tenere sott’occhio prima di acquistare un prodotto. Per il presidente del Cia sono tre: Spremitura a freddo; conservazione e appunto la tracciabilità. «La spremitura a freddo è la pasta che si ottiene dalla molitura delle olive, dalla quale ha poi origine l’olio. Questa non deve superare i 27 28 gradi, perché con il surriscaldamento della pasta si perdono alcune caratteristiche qualitative (vitamine, polifenoli)».
Per la stessa ragione anche la conservazione ha un significato importante: «Nei silos, ad esempio, è consigliato l’utilizzo di azoto per fare sì che l’olio non venga a contatto con l’ossigeno che fa perdere caratteristiche qualitative». Ma se all’occhio del consumatore meno pignolo queste caratteristiche sfuggono, quella che non deve assolutamente sfuggire è la provenienza. Sulle etichette, per effetto del decreto, troveremo scritto olio proveniente da olive coltivate in un unico stato nel quale è anche situato il frantoio di estrazione (ad esempio l’Italia): "Olio estratto in Italia da olive coltivate in Italia" la dicitura. Oppure olio proveniente da olive coltivate in Stati diversi (Spagna, Grecia e Italia) ed estratto in un unico stato (esempio Italia): "Olio estratto in Italia da olive coltivate in Spagna, Grecia e Italia" (in ordine decrescente di quantità); tagli di oli estratti in stati diversi (Italia e Spagna) da olive coltivate in Stati diversi.