«Risolve solo problemi di traffico» 

Lo storico sindacalista Ciotti: il progetto del 2006 collegava Tirreno e Adriatico

«Si può fare di più». Pierino Ciotti, storico sindacalista della Cisl, parafrasa una canzone di Morandi, Tozzi e Ruggeri. Tira fuori dal cassetto un progetto di dodici anni fa, quando ci volevano 600 milioni di euro per unire il Tirreno e l'Adriatico con una bretella tra Agropoli a Contursi. Era l'ambiziosa proposta dell'allora segretario generale della Cisl salernitana, che del nuovo progetto dice: «Risolve un problema, ma non traccia un'idea di sviluppo».
Cosa c'è di diverso tra l'idea del 2006 e quella del 2018?
«Tutto. All'epoca immaginavamo il prolungamento della fondovalle Sele, collegata all'autostrada ad altezza di Grottaminarda: un attimo e ci si sarebbe ritrovati sull'A16, e quindi a Melfi, tra Fiat e altri stabilimenti industriali, e dunque sull'Adriatico. S'immaginavano nuove prospettive. Una bretella tra Eboli e Agropoli può pure risolvere un problema di mobilità, spostando un po’ di traffico da Battipaglia a Eboli, ma alla base ci sono logiche differenti».
La logica d'allora?
«Era un'idea che la Cisl aveva condiviso con tutti i sindaci, con la Provincia, col Parco nazionale del Cilento e con le due comunità montane. E poi c'era il supporto dei vertici della Camera di Commercio».
Poi cosa accadde?
«Cambiarono i vertici provinciali, con Angelo Vllani che subentrò ad Alfonso Andria, io me ne andai a Napoli e di certo la Camera di Commercio non poteva portare avanti da sola un progetto del genere. I sindaci e le comunità montane avevano bisogno di relazioni a livello nazionale che coinvolgessero l'Anas: ci volevano 600 milioni di euro. Però sarebbe stata una grandissima opportunità: sei a Caposele in trenta minuti; un'altra mezz'oretta e sei sull'Adriatico. E all'epoca si parlava pure di interporto a Battipaglia».
Oggi non si potrebbe portare più avanti l'idea della bretella?
«Certo. Da allora non è cambiato nulla. Ci vorrebbero persone disposte a farsene carico dal punto di vista politico, economico e produttivo. Sarebbe uno stravolgimento della geografia, spostando da Napoli alla Piana l'asse che taglia l'Italia. Però ci vorrebbero pure l'alta velocità, il quadruplicamento della metropolitana fino a Contursi…».
Carmine Landi
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