L?ALLARME

Riserve di acqua in calo, rischio siccità

Le piogge scarse abbassano il livello dei fiumi. Busillo: «Investire in vasche di accumulo per garantire l’erogazione idrica»

CONTURSI TERME - Cambiamenti climatici, necessità di realizzare nuove opere per trattenere le acque, il rischio alluvioni e siccità segnano il presente e il futuro della Campania. I principali fiumi campani - il Sele, il Volturno e il Liri-Garigliano - registrano valori idrometrici in discesa. In assenza di significative precipitazioni, continua inesorabile il calo delle riserve idriche negli invasi della Basilicata (ora trattengono poco meno di 150 milioni di metri cubi con un deficit di circa 33 milioni sul 2019), ma soprattutto in Puglia, le cui disponibilità sono scese a meno di 50 milioni di metri cubi con un deficit di oltre 75 milioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In Campania. Generalmente, la tendenza segnalata dagli idrometri dei fiumi campani è di una graduale discesa dei livelli, anche in mancanza di piogge recenti.

Gli ultimi fenomeni rilevanti sulla regione si sono conclusi nella serata del 27 ottobre scorso. Il Volturno, eccezion fatta per la stazione di Ponte Annibale a Capua che denota rispetto agli ultimi quattro anni un deficit di livello intorno ai 120 centimetri, presenta le altre stazioni rilevanti non lontane dal valore medio degli ultimi 4 anni. L’invaso di Conza della Campania in provincia di Avellino, sull’Ofanto, pur in lieve crescita, presenta un deficit consistente rispetto ad un anno fa: oltre 4,7 milioni di metri cubi in meno. Infine, il fiume Garigliano risulta avere livelli idrometrici inferiori a quelli medi dell’ultimo quadriennio. Nel Salernitano. Il fiume Sele presenta valori idrometrici superiori alla media, tranne che nella stazione di Albanella. Il bacino di Piano della Rocca su fiume Alento a Prignano Cilento è attestato a 6,5 milioni di metri cubi d’acqua, pari a solo il 26% della sua capacità. Le reazioni.

«Le scarse piogge di questa estate, che continuano ad essere al minimo in questo periodo autunnale sono il problema principale - afferma Massimo Gargano , Direttore Generale di Anbi, l’associazione nazionale delle bonifiche italiane -. E’ necessario infrastrutturare il Mezzogiorno. Non basta più quel patrimonio che ci aveva lasciato la Cassa per il mezzogiorno e realizzato dai consorzi di bonifica. Sono necessari piccoli e medi bacini per raccogliere le acque e garantire le forniture idriche». Opere necessarie sia per le acque irrigue, quelle destinate all’utilizzo all’agricoltura, sia per quelle destinate al consumo umano. Le opere. Nel Salernitano ci sono da completare i sistemi di irrigazione del distretto Uscioli-Camerelle a Nocera Superiore e il riordino irriguo del bacino di Cava de’ Tirreni che saranno completate entro maggio, assicura il commissario del Consorzio del Sarno, Rosario D’Angelo . Altri interventi sono previsti alla traversa di Persano, al consorzio Velia e a quello dell’Alento.

«Anche nel Salernitano le precipitazioni di questo inverno sono state scarse e le temperature altericorda Vito Busillo , presidente del Ambi Campania e del consorzio Destra Sele - . Stiamo continuando ad investire in vasche di accumulo per irrigazione che servono per l’agricoltura ma anche per aumentare alla fonte la quota di acqua disponibile per l’utilizzo umano». Si tratta di lavori che, quindi, hanno un’importanza notevole, come ricorda lo stesso Busillo che è anche presidente provinciale di Salerno di Coldiretti: «L’agricoltura ha sempre più bisogno di acqua di qualità che si avvicina a quello da caratteristiche potabile». Minor emungimenti per usi agricoli, di conseguenza, comporta una maggiore disponibilità di dissetare i Salernitani. C’è però un errore comune: pensare soltanto alle opere del proprio territorio.

(sdn)