«Riscopriamo il significato della Pasqua»

L’invito dell’arcivescovo Moretti ai fedeli affinché vivano ogni giorno l’esperienza di essere figli di Dio

«La risurrezione di Gesù è il fondamento del cristianesimo. Nell’anno della fede riscopriamo il vero significato della Pasqua». E’ l’invito dell’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti, pronunciato durante l’omelia della veglia pasquale. Una veglia caratterizzata dalla solennità e dai simboli di quella che per i cristiani è “la notte più luminosa dell’anno”: la liturgia iniziale della luce, con il duomo al buio che si illumina con la progressiva accensione della candele dal cero pasquale, l’incisione sullo stesso dei segni di Cristo e della data dell’anno corrente, la scansione delle letture fino al vangelo del Risorto, il canto sacro dall’alto del pulpito dell’ambone D’Aiello (laddove anticamente veniva srotolato l’Exultet). «In questa notte santa illuminata dalla parola di Dio – ha detto Moretti - noi siamo qui a professare la nostra fede in Gesù, morto e risorto per la nostra salvezza. Nel rinnovare le nostre promesse battesimali noi rinnoveremo il nostro patto con Dio. Questa sera celebriamo l’essere persone nuove». Poi l’invito ad una fede attiva, operosa, che si traduce in scelte concrete nel quotidiano: «Nello stesso tempo la professione della fede non è semplicemente riconoscere che lui c’è, che è morto per noi ed è risorto per noi. L’esperienza della fede è una sequela, cioè il rispondere con la nostra vita alla sua chiamata, ogni giorno, momento per momento, manifestando questo rapporto con lui nelle scelte che facciamo, nei sentimenti che viviamo, nei progetti che portiamo avanti. In maniera tale che il diventare persone nuove, l’essere figli di Dio significa essere noi segno visibile e credibile della presenza di Dio nella nostra vita. Significa che chi ci incontra deve riconoscere questa novità: da come parliamo, da come ci comportiamo, dalle nostre scelte, da cosa riteniamo importante». Non è mancato il riferimento ai primi messaggi che sono giunti da papa Francesco all’inizio del suo pontificato, con quelle tre parole che suonano come una sintesi di impegno: «Camminare, professare, edificare. Solo così la nostra vita diventa espressione dell’amore grande che abbiamo ricevuto e che dobbiamo portare agli altri, costruendo rapporti nuovi, basati sull’amicizia e sull’amore. Cristo è per noi la via, la verità e la vita». Intanto, dall’8 al 15 aprile, l’arcivescovo si recherà in Terra Santa per il pellegrinaggio diocesano cui prenderanno parte oltre duecento fedeli, tanto che il volo diretto da Napoli sarà gremito solo da salernitani. Sarà proprio Moretti a guidare il pellegrinaggio, anche perché conosce bene i luoghi della vita di Cristo, essendo da giovane andato in Israele, proprio come guida, per ben sedici volte. Molto variegata la tipologia dei pellegrini che hanno scelto di partire per vivere più intensamente l’Anno della Fede: il più piccolo ha 8 anni, il più anziano ne ha 85. I sacerdoti partecipanti sono 20.

Paolo Romano

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