Rischio frane in Costiera: salvare i limoneti

L’appello dei geologi di “Sportello dei diritti”: «I terrazzamenti sono indispensabili contro il dissesto»

AMALFI. Salvare i limoneti della Costiera amalfitana e della penisola sorrentina a rischio scomparsa a causa del dissesto idrogeologicico e per l’abbandono delle coltivazioni. L’appello arriva dallo “Sportello dei diritti” dei geologi. «Per secoli, le famose terrazze di limoni di Amalfi, cresciuti in montagna e protetti da muri in pietra a secco, sono stati mantenuti da un gruppo qualificato noto nel mondo come i flying farmers, i contadini volanti , che scalano le vette scoscese per visitare gli agrumeti - affermano gli esperti – ma la concorrenza estera e le importazioni a basso costo, hanno abbassato i prezzi a tal punto che gli agricoltori di Amalfi sono stati costretti ad abbandonare i boschi di proprietà delle loro famiglie da generazioni. E i pochi terrazzamenti che sono rimasti intatti in Costiera amalfitana rischiano di crollare con un conseguente rischio idrogeologico».

Da qui l’appello dei geologi: «città come Positano potrebbero sgretolarsi e scomparire in mare a causa del calo dei terrazzamenti di limoni della regione e dei crescenti effetti dei cambiamenti climatici».

In molti territori italiani costieri o vallivi è presente un sistema di difesa del territorio che ne ha influenzato il paesaggio e la storia socio-economica: il sistema dei terrazzamenti. E i migliori esempi si riscontrano proprio in Costiera Amalfitana. Elemento chiave del sistema è quindi il “muro a secco” che sostiene il terrapieno (in Costiera Amalfitana è detto “macerina” che ed è eretto utilizzando pietrame di risulta dalla sistemazione stessa dei terreni e, in qualche caso, dallo scavo della pendice rocciosa).

«Il loro abbandono, con la conseguente sospensione delle normali pratiche agricole – rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – determinerebbe il prevalere delle dinamiche naturali con l’effetto che il dilavamento delle acque, non più controllate, crei, in successione, instabilità, frane, degrado ambientale con ripercussioni sulla stessa identità paesistica del territorio».

I geologi italiani hanno lanciato l’allarme in una riunione il mese scorso: hanno stimato che il rischio di frane in Costiera che è ora pari all’88%, mentre per Minori e Maiori, comuni limitrofi è pari al 77%.

Per i geologi, dunque, «sono indispensabili urgenti interventi per il ripristino, il recupero, la manutenzione e la salvaguardia degli agrumeti caratteristici del territorio insulare e delle fasce costiere di particolare pregio paesaggistico e a rischio di dissesto idrogeologico. Questi agrumeti infatti, vengono via via lasciati incustoditi dagli agricoltori più anziani».(r.p.)

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