Rischia di morire a 4 anni per una bacca

Il bimbo, di Sala Consilina, era con i genitori a casa di amici a Piaggine: ora è ricoverato al Santobono ed è fuori pericolo

SALA CONSILINA. Brutta avventura, per fortuna senza gravi conseguenze, quella capitata venerdì sera a un bambino di quattro anni di Sala Consilina. Il piccolo era con la famiglia a Piaggine, piccolo comune dell’entroterra cilentano, a casa di alcuni amici. Probabilmente mentre giocava in giardino ha visto delle bacche e ne ha mangiate alcune. Fortunatamente i genitori dopo pochi minuti hanno notato che la bocca del bambino aveva delle macchie rosse causate dal succo delle bacche ingerite pochi istanti prima. Immediatamente, temendo che potessero essere velenose, si sono messi in auto e hanno portato il piccolo al pronto soccorso del “Luigi Curto” di Polla.

I medici dopo una prima visita hanno disposto il ricovero del piccolo nel reparto di pediatria dove è stato provvidenziale l’intervento del dottore Pasqualino Mazzeo che, resosi subito conto del pericolo che correva il bambino a causa della tossicità della bacca ingerita, dopo aver stabilizzato i parametri vitali ha provveduto a farlo trasferire all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove il piccolo ora si trova ricoverato ma fortunatamente senza che le sue condizioni fisiche destino particolari preoccupazioni dal punto di vista della prognosi.

Grazie alle informazioni fornite dai genitori è stato anche possibile riuscire a risalire al tipo di bacca che era stata ingerita dal bambino. La bacca ingerita, di colore rosso e portata da un lungo peduncolo, si chiama arum maculatum ed è particolarmente diffusa nelle zone collinari e submontane. Le parti nocive e tossiche sono i tuberi e i frutti. L’intossicazione può avvenire per contatto e per ingestione. Per contatto si possono avere dolori sulla parte esposta e specifiche irritazioni. Per ingestione, invece, si possono formare vesciche sulle labbra, sulla lingua e nella gola, irritazione gastrica, difficoltà nel deglutire, difficoltà nella respirazione, salivazione abbondante, diarrea, tachicardia e altre aritmie cardiache, convulsioni, fino addirittura al coma. Per contatto cutaneo lavare abbondantemente la parte esposta con sapone neutro.Se l’irritazione persiste è naturalmente indispensabile rivolgersi a un medico. In caso di intossicazione non bisogna indurre il vomito. Anche in assenza di sintomi, portare comunque la persona al pronto soccorso e contattare subito un centro antiveleni.

In passato sono stati registrati anche altri casi di intossicazione causati dalla stessa bacca, ma fortunatamente anche questi si sono risolti senza gravi conseguenze per le persone che le avevano ingerite. Il piccolo di quattro anni se la caverà, ma la paura per i genitori e per gli amici della famiglia è stata davvero tanta; e se non fosse stato per il tempismo nel trasporto a Polla e per il provvidenziale intervento del dottor Mazzeo, l’incidente avrebbe potuto avere un’evoluzione diversa.

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