«Risarciteci per i cattivi odori» Da Battipaglia ultimatum a Eboli 

L’iniziativa di un gruppo di avvocati che sta avviando una raccolta di adesioni tra i cittadini Destinatario il sindaco Cariello: 5mila euro a testa per i disagi causati dall’impianto di compostaggio

BATTIPAGLIA. “Pecunia non olet”, diceva Vespasiano. I soldi non puzzano, ma chi puzza paga: è il principio ispiratore di chi, stanco dell’aria che tira in città, bussa a denaro alla porta del Comune di Eboli, chiedendo un risarcimento danni per le emissioni olfattive moleste. L’iniziativa è promossa da un pool d’avvocati che fa parte di “Cives et Civitas”, l’associazione di professionisti battipagliesi presieduta da Emilia Abate. Con il supporto del comitato “Battipaglia dice no”, tra le mura dell’ex scuola “De Amicis”, i legali stanno incontrando la cittadinanza per proporre un’iniziativa che ha già ricevuto le prime adesioni: una richiesta di risarcimento danni da 5mila euro a testa.
Nel mirino c’è l’impianto di compostaggio al confine con Battipaglia. Gli avvocati hanno preparato la modulistica per avviare l’iniziativa legale: il destinatario è Massimo Cariello, primo cittadino ebolitano. «Chiedo al Comune di Eboli, proprietario ed Ente preposto al controllo del sito di compostaggio insistente sul territorio, la somma di 5mila euro per i disagi subiti a causa delle emissioni odorigene provenienti dall’impianto per i mesi di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre 2017», si legge nel documento. E s’aggiunge che «gli odori nauseabondi e intollerabili sono continui e persistenti, causano una grave situazione di malessere e costringono a modificare comportamenti e abitudini di vita».
Un’istanza singolare, ma che sembrerebbe avvalorata addirittura dai pronunciamenti degli Ermellini: i battipagliesi impugnano una sentenza della Corte di Cassazione, depositata a marzo del 2017, con la quale, su denuncia dei vicini, i proprietari d’un appartamento sono stati giudicati colpevoli per aver provocato continue immissioni di fumi, odori e rumori molestando gli altri condòmini. Ed è l’articolo 674 del Codice di procedura penale a bollare come reato il «getto pericoloso di cose»: solidi, liquidi e gas.
Da Battipaglia si dà l’ultimatum a Cariello: trenta giorni di tempo per provvedere al ristoro. «In mancanza - scrivono gli avvocati nella nota - sarò costretto ad adire l’autorità giudiziaria per la tutela dei miei diritti». Una vera e propria costituzione in mora, che potrebbe costare cara all’amministrazione ebolitana. Dall’altro campanile, però, Cariello difende a spada tratta l’impianto di compostaggio ebolitano: durante il Consiglio comunale monotematico che s’è svolto a Battipaglia, al quale hanno partecipato altri sindaci della Piana, le condizioni in cui riversa il sito per il trattamento dell’umido furono motivo d’un’accesa disputa tra il leader di “Battipaglia dice no”, Raffaele Petrone, e il primo cittadino ebolitano. Nei giorni successivi, la gestione dell’impianto è stata accordata alla Atzwanger di Bolzano, che al Comune ebolitano ha proposto un ribasso dell’82 per cento.
Carmine Landi
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