«Ripristiniamo la tratta Sicignano-Lagonegro»

Resta inascoltato l’appello del comitato pro ferrovia. Il presidente Della Corte traccia un bilancio delle attività svolte finora

Prima della pausa estiva è tempo di bilanci per il comitato pro ferrovia Sicignano-Lagonegro. La linea resta inattiva ma più che attivo è il dibattito sul suo ripristino, sempre caldo e attuale nel Vallo di Diano e non solo. «Abbiamo coinvolto le istituzioni e portato la questione alla ribalta nazionale, ma il lavoro è ancora enorme - esordisce il presidente Rocco Della Corte - Siamo abbastanza soddisfatti per come la questione sia tornata in primo piano nella zona e per come abbiano risposto le istituzioni locali e nazionali». Proprio a livello nazionale è stato fatto molto, con l’interessamento del vice-presidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella e l’apertura alla riattivazione dell’ad di FS Italiane Mauro Moretti, oltre alle due interrogazioni parlamentari di maggio degli onorevoli Iannuzzi e Fasano. Continua Della Corte: «Il 12 aprile a Roma ci hanno promesso lo studio entro un mese ma non è arrivato nulla, se non qualche cifra fittizia e ufficiosa che fa capo al vecchio studio della Regione Campania nel 2006. È difficile dare un giudizio ponderato da non addetti ai lavori e senza avere le carte in mano. Restiamo comunque in attesa che Rfi ci fornisca riscontri ufficiali».

Dall’istanza presentata al Comune di Polla, che ha sollevato la questione del passaggio a livello asfaltato, sino alle numerose inchieste sullo stato della linea, con ampio reportage fotografico sul sito lestradeferrate.it. Il Comitato però è andato anche oltre, costituendosi parte civile al processo di Sala Consilina per i danni causati al patrimonio ferroviario. Sui prossimi passi da fare, Della Corte è chiaro: «Già il fatto che di Sicignano-Lagonegro si continui a parlare è un grande successo, la questione non deve morire anche se ovviamente è nostra intenzione farla volgere definitivamente in modo positivo. Stiamo lavorando molto sui comodati d'uso gratuiti per dare vita alle stazioni aprendo le sale d'attesa e risistemandole, in modo tale da alleviare il degrado che imperversa sulla linea. Il modello a cui ispirarsi resta Polla, stazione a cui manca solo il treno».