Ripetitore Wind, Comune punito 

Il Tar: dovrà pagare spese legali e contributo unificato. Annullata la sospensione

Installazione di un ripetitore telefonico a Scafati, il Tar dà ragione alla Wind e condanna l'amministrazione comunale della città dell'Agro. La società impegnata nel campo delle telecomunicazioni ha visto prevalere la propria tesi in sede giudiziaria, dopo che, nel 2015, l'Ente, all'epoca guidato dal sindaco Pasquale Aliberti, aveva sospeso i lavori dopo la protesta dei residenti della zona di Cappella, dove alcuni imprenditori avevano affittato dei terreni alla Wind per l'installazione dell'antenna.
A pesare è stato il protocollo di intesa del 22 marzo 2006, dal quale emerso l’obbligo, per ogni società del settore, di richiedere, prioritariamente, la costruzione dell’impianto su terreni di proprietà comunale e solo successivamente a un eventuale diniego rivolgersi ai privati. Una questione che ha portato la Wind a impugnare la decisione di sospendere i lavori da parte dei vertici di Municipio.
Ma per il collegio della Seconda sezione distaccata di Salerno (presidente Maria Abruzzese, consigliere Paolo Severini, estensore e primo referendario Rita Luce) la Wind con le proprie azione non avrebbe mai violato il protocollo d'intesa del 2006, poiché il colosso telefonico aveva inviato al Comune una nota con la quale avanzava richiesta per uno dei siti indicati nel documento redatto dai funzionari dell'Ente, senza, tuttavia, ricevere alcun riscontro.
Inoltre, sono state ritenute “generiche” le rimostranze dei cittadini della contrada Cappella, con il Tar che su questo aspetto ha citato una precedente sentenza del 2012, dove si attesa che le proteste seppur «reiterate da parte dei cittadini non integrano quel pericolo per l'ordine pubblico, non essendo sufficiente far riferimento ad un generico impedimento a legittimare la sospensione dei lavori».
In questo modo l'ordinanza del Comune è stata annullata, con il Tar che ha condannato l'Amministrazione al pagamento delle spese legali di 2mila euro e al rimborso del contributo unificato. Ora non si esclude che il Comune possa presentare ricorso in Consiglio di Stato. Tuttavia, la vicenda preoccupa non poco i cittadini di Cappella, che nel dicembre del 2015 sono scesi in strada bloccando l'accesso agli operai che avrebbero dovuto installare l'antenna in un terreno di alcuni imprenditori della zona al confine con Sant'Antonio Abate. (d. g.)