Agropoli 

Ripascimento, è polemica «Una spiaggia per zappare»

AGROPOLI. «Pezzi di “spiaggia” che potrebbero essere zappati». È così che Mario Capo (FdI) descrive taluni tratti di spiaggia del lungomare di Agropoli, a seguito delle operazioni di ripascimento....

AGROPOLI. «Pezzi di “spiaggia” che potrebbero essere zappati». È così che Mario Capo (FdI) descrive taluni tratti di spiaggia del lungomare di Agropoli, a seguito delle operazioni di ripascimento. «Sono incazzato e offeso – prosegue Capo - per lo stupro condotto ai danni del mare di questa città. Sono stato sulla spiaggia del lungomare San Marco: un oltraggio alla natura ci sono pezzi di arenile, dal lido Aurora andando verso il lido Tre Conchiglie, dove non è possibile piantare l'ombrellone perché non so cosa abbiano buttato in riva al mare, ma asciugandosi questo materiale è divenuto duro. Uno scempio: hanno distrutto il mare, la nostra risorsa più preziosa. Spero con tutto il cuore che sia un fatto risolvibile e reversibile».
Da Palazzo di Città fanno sapere che «tutto è stato compiuto nella norma e che finalmente l’arenile del litorale si è raddoppiato grazie al ripascimento». Sulla vicenda interviene Franco Ortolani, ordinario di geologia all’Università Federico II di Napoli. «I sedimenti prelevati ad alcune centinaia di metri dalla spiaggia – evidenzia - hanno una granulometria inferiore a quelli che naturalmente costituiscono la spiaggia. La sabbia della spiaggia “naturale” è molto permeabile e anche quando si bagna tende ad asciugarsi rapidamente. La nuova sabbia invece è “bagnata” per una ampia fascia vicino al mare, anche se questo è calmo, senza onde. La sabbia usata per il ripascimento, evidentemente, contiene molti granuli di dimensioni inferiori che trattengono l'acqua che per capillarità risale verso la superficie». Da qui l’aspetto diverso. Le operazioni compiute, hanno portato, l'acqua ad assumere un colore marrone, nella parte prossima alla battigia. Per Ortolani questo fenomeno naturale è legato al fatto che «vi è una buona percentuale di sabbia molto fine che facilmente viene messa in sospensione nell'acqua rimanendovi a lungo e facendo così apparire torbida l'acqua marina». Quindi fa una previsione: «Le prime mareggiate asporteranno la sabbia molto fine usata per il ripascimento causando una riduzione della spiaggia post-ripascimento e favorendo il “lavaggio” della sabbia». Per questo precisa «è da lodare l'azione comunale che ha aperto una corretta via, quella della cura continua delle spiagge» ma essa «deve essere appropriata e duratura. Il ripascimento deve essere programmato all'inizio di ogni stagione balneare».
Andrea Passaro
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