siria

Ripartono i negoziati di pace

Colloqui tra le parti in Svizzera. La mediazione delle Nazioni Unite

ROMA. Tutti concentrati su Ginevra e sui colloqui indiretti tra le parti (ma non tutte) coinvolte nell’ormai quinquennale guerra civile in Siria. Sono in programma a partire da oggi sotto l’egida delle Nazioni Unite e del suo inviato speciale Staffan de Mistura e suscitano grandi speranze ma anche non pochi timori: un fallimento potrebbe costituire per la popolazione civile una caduta all’inferno senza ritorno. Ieri ne hanno parlato i leader di mezzo mondo, dalla Russia alla Turchia, ferocemente contrapposte sulla questione curda, agli Usa che si sono consultati a Parigi con i più importanti politici europei. I colloqui di Ginevra anticipano di un giorno una sorta di anniversario dell’inizio della guerra: il 15 marzo 2011 infatti fu segnato dalle prime manifestazioni di rilievo contro il presidente Bashar al-Assad e dalle prime decise repressioni da parte delle forze di polizia e dell’esercito. Secondo gli ultimi dati forniti dalle Nazioni Unite, in Siria dal marzo 2011 sono morte almeno mezzo milione di persone, in gran parte civili, e più della metà della popolazione è stata costretta a fuggire, andando a ingrossare quel fiume di profughi (oltre 4 milioni sono all’estero) che sta mandando in crisi i Paesi confinanti e dell’Ue. La prima tornata di negoziati a Ginevra si è svolta dal 29 gennaio al 3 febbraio: da allora è in atto una tregua che, secondo Washington e Mosca, «regge», e sono stati aperti corridoi umanitari. I colloqui restano comunque una grande incognita. La Russia ha nuovamente chiesto all’Onu di invitare al tavolo delle trattative i curdi-siriani.