Ripartono i lavori al cimitero e scoppia il caso

L’appalto aggiudicato con un ribasso da 12 a 8 milioni Ora i cittadini che hanno già pagato chiedono il rimborso

Ripartono i lavori per il completamento del cimitero. Non si placa, però, l’ira dei concessionari, pronti ad adire le vie legali. Gli operai di Tecnobuilding e Vivai Piante Vincenzo Sica sono alle prese con la realizzazione di altre 52 cappelle da 10 loculi, la pavimentazione di una parte dei viali, l’allestimento degli spazi verdi, il completamento dei servizi igienici e la rifinitura di tutte le cappelle da cinque posti. Questa parte di lavori costerà 1,32 milioni di euro. A rilento, dunque, ma si procede: «Si tratta di un’opera autofinanziata – spiegò qualche settimana fa l’assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Provenza – e, proprio per questo, non si può andare avanti se prima non si reperiscono i fondi». A Palazzo di Città, gli organi politici stanno valutando di notificare delle diffide ai concessionari che sono indietro con le rate. D’altronde, molte cappelle, in particolare quelle da dieci loculi, sono invendute, ed è complicato far quadrare i conti.

Intanto i concessionari chiedono chiarezza al Comune, ed è per questo che la prossima settimana, oltre 50 persone si incontreranno per valutare il da farsi. I battipagliesi del Comitato di rappresentanza dei lavori cimiteriali vogliono una data precisa per il termine dei lavori, e non ci stanno a pagare le opere di urbanizzazione primaria e secondaria. «Non capisco perché dobbiamo pagarle noi, che siamo dei concessionari e non degli acquirenti», dice il portavoce del comitato, Cosimo Panico. Le concessioni, infatti, scadranno a 99 anni dalla consegna, e saranno gli eredi a essere interpellati sulle proroghe.

E poi c’è la questione relativa al ribasso. Nel 2010, durante l’amministrazione Santomauro, fu annunciato l’ampliamento del camposanto, che prevedeva una spesa di 13 milioni di euro: le tariffe furono varate in base a quell’esborso e le concessioni furono stipulate con quelle tariffe. Nel 2011, però, fu indetta la gara, e le ditte vincitrici proposero un ribasso del 35 per cento. Otto milioni, e non più dodici. «Noi vogliamo che ci sia risarcita la percentuale esatta – denuncia Panico – non è legittimo che abbiano fatto tutte queste varianti in corso d’opera di cui non siamo a conoscenza». Da Palazzo di Città si fa sapere però che è impossibile risarcire le somme corrispondenti alla percentuale proprio a causa delle molteplici varianti, e fonti interne all’amministrazione fanno sapere che, solo se avanzeranno dei soldi, saranno ripartiti tra i concessionari. Questi ultimi, però, hanno dato mandato a dei periti per redigere un computo metrico dettagliato e conoscere il costo effettivo dell’opera. Si pensa a una denuncia penale.

Carmine Landi

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