Riordino del settore pesca Approvata la legge regionale

Il testo punta su formazione e qualità, previsti nuovi organismi di consultazione «Colmato un ritardo con l’Europa». Ma gli operatori sono divisi sulla normativa

Formazione e qualità. Sono gli obiettivi principali della nuova legge sulla pesca approvata dal Consiglio regionale della Campania. La nuova “normativa per la pesca marittima e dell'acquicoltura” disciplina le attività della pesca marittima e quelle ad essa connesse: la pescaturismo, l'ittiturismo, la pesca sportiva, le attività legate all'allevamento. La legge, inizialmente curata dal consigliere regionale salernitano Giovanni Fortunato, prevede un programma triennale regionale della pesca e dell'acquicoltura di competenza della Regione, che punta sul concetto di qualità globale e della salubrità delle condizioni di lavoro nonchè della formazione. Sono, inoltre, previsti strumenti di consultazione degli Enti locali e degli attori economici interessati, tra cui la Consulta regionale del mare, la Commissione consultiva locale della pesca, i Distretti di pesca e i Consorzi di gestione della piccola pesca artigianale.

«Il testo unico – ha spiegato il presidente della VIII Commissione permanente sulla Pesca e promotore della legge Carmine Mocerino - è volto a favorire lo sviluppo del settore a sostegno dell'economia e dell'occupazione e colma un annoso ritardo nel recepire le normative europee. La pesca e attività connesse sono importante sui principi della tutela, dell'incremento e del riequilibrio biologico della fauna ittica favorendo la valorizzazione e l'incremento delle risorse biologiche marine e lo sviluppo socio economico derivante da tali attività». «È un passo avanti importante atteso da tutti gli operatori del settore - spiega Fulvio Giugliano, presidente del Consorzio Gestione Pescato Campano - In questo modo si fa chiarezza in un settore che è sempre stato importante per la nostra regione ma non sempre valorizzato. La nuova legge regionale è un'occasione per rendere protagonisti gli operatori del settore. Fino ad oggi i pescatori hanno sempre avuto un ruolo marginale, ora però il loro ruolo è determinante nelle future scelte che riguarderanno le aree portuali e i modi della pesca. Tutto questo nel pieno rispetto delle leggi che salvaguardano la sostenibilità e la qualità del nostro pescato». Ma questa nuova normativa non ha convinto tutti. Molti pescatori, infatti, sono apparsi piuttosto scettici. «Più che una legge sembra uno dei tanti slogan della politica – spiega Antonio Grasso, pescatore saprese della Cooperativa Campania Pesca di Salerno - abbiamo bisogno di leggi che permettano a noi pescatori di andare a pescare. Siamo stanchi di norme e regolamenti. Purtroppo non hanno ancora capito che i pescatori tengono al mare più dei burocratici che scrivono le leggi. La nostra categoria è in ginocchio a causa di leggi sbagliate, di vincoli che non servono a nulla. Abbiamo un mare pieno di tonni eppure non possiamo pescarli. Le sembra giusto? Questo è solo una dei tanti paradossi delle normative sulla pesca». Soddisfatto il presidente del consiglio regionale Pietro Foglia: «Questo provvedimento è frutto di un intenso lavoro di concertazione e consultazione con tutta la filiera del settore e attrezza la Campania per cogliere le opportunità del Fondo Europeo per la Pesca (Feamp)». (v.r.)

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