«Rinunciando all’accordo si perderà la Manifattura»

L’ex sindaco Galdi e le accuse sulla transazione per la trasformazione dell’area «La causa durerebbe anni e la città non avrebbe più un edificio storico»

Chiarisce la sua posizione l’ex sindaco e attuale consigliere di minoranza, Marco Galdi, alla luce degli ultimi sviluppi in merito ai locali dell’ex Manifattura tabacchi di viale Crispi, portati all’attenzione dei cittadini cavesi dai rappresentanti del Malc, il comitato per la restituzione del tabacchificio alla città.

Non poco scalpore aveva fatto una lettera, datata 2013, a firma del consulente comunale per il Puc, Carlo Gasparrini, mostrata propria dal comitato lunedì scorso durante un’apposita conferenza a Palazzo di Città. Nella lettera, indirizzata all’allora sindaco Galdi, si esprimeva parere negativo sulla realizzazione del famoso “Serpentone” (il progetto di realizzazione di locali tra il liceo classico e l’edificio storico del tabacchificio: ovvero 25 alloggi di housing sociale, 80 liberi appartamenti e svariati negozi) perché non urbanisticamente compatibile con il piano regolatore del centro storico. Un documento che, secondo gli esponenti del Malc, era stato intenzionalmente celato dall’esecutivo guidato da Galdi. «Non abbiamo nascosto nulla – ha precisato Marco Galdi –, si trattava di un documento agli atti e come tale accessibile, proprio come è stato accessibile ai componenti del Malc. Il comitato però non sa che per superare tale difformità con il Piano urbanistico comunale, quando Giovanni Baldi era consigliere regionale, avevamo ottenuto una modifica della legge 35/87 in merito al Piano urbanistico territoriale dell’Area sorrentino-amalfitana che prevedeva, all’insorgere di difformità, la possibilità di superarle con un voto del consiglio regionale. Così si può superare il problema Manifattura».

Il discorso dunque, prettamente tecnico, si sposta sul piano politico nel momento in cui sono diverse le posizioni in merito al destino della struttura. Galdi da sindaco infatti aveva avviato una transizione con il gruppo Maccaferri, maggiore azionista della Manifattura sigaro toscano, per la cessione dell’area retrostante l’edificio storico, dove la società è intenzionata a realizzare gli appartamenti (il “Serpentone”), mentre al Comune sarebbe andato l’edificio storico. La transazione ha incontrato però fin da subito l’opposizione del Malc – schierato per la restituzione “in toto” della Manifattura alla città – oggi appoggiato dalla nuova amministrazione guidata da Vincenzo Servalli. «Rinunciare alla transazione fatta dalla mia amministrazione – spiega Galdi –, significa avviare una causa che durerà anni e condannerà la città a perdere del tutto la Manifattura. Questo è il dato sciagurato – conclude l’ex sindaco – e a contribuirvi saranno proprio i membri del Malc».

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