«Rincari solo tra 10 giorni» Benzina su di 2 centesimi

I responsabili delle attività commerciali: «Costretti a rivedere i nostri listini» I consumatori: «Molti saranno costretti a fare economie sugli acquisti»

L’aumento dell’Iva al 22 per cento scattato nella mattinata di ieri non farà sentire i suoi effetti nell’immediato ma, fra commercianti e consumatori, è già allarme per le previsioni che darebbero in via di ulteriore contrazione i consumi, anche relativamente ai beni di prima necessità, proprio a causa dell’atteso rincaro dei prezzi. Ancora per almeno una settimana i listini dei supermercati della grande distribuzione saranno pressoché invariati: «È chiaro – ha riferito Emma, del supermercato Etè in via Madonna di Fatima – che l’aumento dell’Iva farà sentire i suoi effetti ma non accadrà nell’immediato. I nostri listini saranno rivisti in questi giorni e saranno eventualmente adeguati ma non c’è da attendersi un’impennata dei prezzi che in un momento così delicato sarebbe certamente controproducente. Ciò che accade con questo ulteriore aumento in un lasso di tempo così breve in qualche modo ci incastra: noi pagheremo di più sulle nostre fatture ma, di contro, non possiamo innalzare senza controllo i prezzi perché vediamo quotidianamente che i consumatori hanno difficoltà anche a comprare lo stretto necessario. Si tratta dell’ennesima misura presa dal Governo che ci crea non poca difficoltà ma non possiamo che adeguarci».

Anche negli altri supermercati di grande distribuzione come Conad e Carrefour le conclusioni sono le stesse: tutti costretti, nel giro di una decina di giorni a far lievitare i prezzi, cercando nel contempo di incidere il meno possibile sul portafogli delle famiglie. «Purtroppo – ha spiegato il responsabile di uno dei supermercati in questione – prendiamo atto delle decisioni che vengono prese e le subiamo. Probabilmente i nostri assortimenti, nei prossimi mesi, non potranno essere più gli stessi perché anche noi potremmo esser costretti a ridurre le spese. Magari taglieremo sui prodotti meni acquistati ed inevitabilmente dovremo pensare a delle offerte che agevolino e non spaventino i consumatori che, posso assicurare, già normalmente fanno la spesa controllando spesso i prezzi e facendo il conto prima di andare alla cassa per verificare di non sforare il budget che è sempre più ristretto».

Il problema, comunque, non è solo della grande distribuzione ma anche dei normali commercianti come ad esempio macellai e fruttivendoli. «Nel settore alimentare – ha spiegato il macellaio Giovanni Paolillo – generalmente non guadagniamo più del 10 per cento, poi ci aggiungiamo l’aumento dell’Iva che per noi si farà sentire moltissimo e tenendo conto che i salari sono sempre gli stessi rischiamo di vedere ancora una pericolosa contrazione degli acquisti. I tempi senza dubbio sono cambiati ma questo non è il modo giusto per affrontar la crisi, in questo modo si alimenta il clima di sfiducia che è controproducente. Dal canto nostro cercheremo di mantenere i prezzi quanto più possibile bassi ma qualche minimo aumento è prevedibile».

I consumatori non ci stanno: «Non è possibile – ha detto Marina Pellecchia – che a fare le spese dei problemi siano sempre i cittadini. Immagino che i prezzi aumenteranno e in molti saranno costretti a fare economia su liste della spesa già ridotte all’osso. Per i beni di consumo c’è sempre scelta ma per quelli di prima necessità no, e allora come la mettiamo?».

Gli aumenti invece sono già alle porte per la benzina: fra ieri sera e questa mattina i primi ritocchi ai prezzi praticati dai vari gestori. «In realtà – ha riferito il gestore di un impianto di rifornimento – i prezzi dovevano essere aumentati già stamattina all’apertura (ieri per chi legge, ndr) ma abbiamo aspettato. L’aumento, anche se lieve, sarà inevitabile».

Si attendono rincari di due, tre centesimi al litro e il timore di molti è che si torni presto a pagare due euro al litro.

Carmen Incisivo

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