“Rinascimare” accusa «Il progetto è da rifare»

Letteriello: «Il piano di ripascimento è fallimentare, milioni buttati alle ortiche» I dubbi sui pennelli e sulla mancanza di dati certi. I “pentimenti” di altre regioni

CAPACCIO. « Il mega progetto che prevede gli interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno è fallimentare, sono soldi buttati alle ortiche». Durissima la presa di posizione di Giuseppina Letteriello, del comitato “Rinascimare”, costituitosi contro il progetto. L’opera, che prevede un investimento di 70 milioni di euro, riguarda il risanamento del litorale tra i comuni di Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli. Lungo il tratto di Paestum, in particolare, è prevista la realizzazione di 15 pennelli in pietra collocati dalla foce del fiume Sele a Ponte di Ferro. Si tratta di una sorta di scogliera che dalla battigia va verso il mare per affiorare sull’acqua e terminare con una forma di “T”, dove si accumula la sabbia, in grado di interrompere le correnti.

«Abbiamo studiato a fondo il progetto con tecnici esperti, ingegneri, architetti, geologi e riteniamo – polemizza Letteriello – che sia una cosa assurda da realizzare e soprattutto un inutile spreco. Basta guardare altre regioni, come il Lazio e l’Emilia Romagna, che hanno fatto queste opere 20 anni fa e oggi vorrebbero eliminarle, ma i costi sono molto elevati. Nel Lazio sono stati realizzati tantissimi pennelli per contrastare l’erosione e nel tempo si ci è resi conto che la situazione si è aggravata ulteriormente. La qualità delle acque è peggiorata e addirittura l’arenile non è cresciuto, senza contare l’impatto notevole a livello paesaggistico».

L’esponente di “Rinascimare”, poi, scende nel dettaglio: «Si tratta di bracci di 200 metri in pietra calcarea, che per una trentina di metri saranno visibili – spiega – Questo creerà un blocco delle correnti e chiaramente più inquinamento. Oltretutto, questi massi calcarei dovranno arrivare sulla spiaggia con dei tir distruggendo tutto l’habitat naturale. Ci siamo riuniti con Wwf, Legambiente e associazioni di cittadini, abbiamo guardato carte e progetti – conclude la Letteriello - e ci siamo resi conto che mancano degli studi approfonditi: per esempio, l’esame del moto ondoso, delle analisi specifiche per valutare le conseguenze dell’installazione delle rocce nel mare, se le stesse sprofonderanno o se il mare le porterà via. Abbiamo presentato tante osservazioni al piano. La stessa commissione regionale ha accertato che mancano studi approfonditi che facciano capire se si tratta di un progetto che porterà benefici. Come comitato chiediamo l’aiuto di sindaci e assessori all’ambiente affinché ci sia una vera riqualificazione. Non sprechiamo un’occasione, serve subito altro progetto».

Angela Sabetta

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