Rimosso il busto di Almirante

Pugliano, mesi era già cambiato il nome della piazza intitolata al leader missino

MONTECORVINO PUGLIANO. A Montecorvino Pugliano scompare il mezzobusto di Giorgio Almirante, fondatore e leader storico del Movimentos ociale italiano, scomparso nel 1988. Lo scorso giovedì un operaio incaricato dal Comune, quasi in contemporanea con l’approvazione della delibera di giunta che ha come oggetto “Riqualificazione dell’arredo urbano di piazza Almirante”, ha provveduto alla rimazione del busto bronzeo che raffigura lo storico leader missino.

La vicenda inizia a settembre, quando l’amministrazione comunale a pochi mesi dall’insediamento decise di cancellare piazza Almirante per intitolarla a Vittoria Titomanlio ex deputata diccì.

Da questo provvedimento nacquero numerose polemiche, ma il primo cittadino Gianfranco Lamberti ha sempre sostenuto che a chiedere quell’atto fossero state alcune insegnanti di un vicino plesso scolastico e che il suo esecutivo avesse solo preso in carica le richieste dei bambini e del corpo docenti.

Ma oggi che materialmente il busto è stato rimosso e riposto in un deposito comunale in attesa di una sua eventuale ricollocazione in altra sede, gli animi nella cittadina picentina si accendono.

Il primo a insorgere a Montecorvino Pugliano è colui il quale ha voluto fortemente la nascita di piazza Almirante nella frazione di Bivio Pratole, l’uomo che il giorno dell’inaugurazione della piazza fece intervenire donna Assunta Almirante, vedova di Giorgio: l’ex sindaco Domenico Di Giorgio, che attraverso un’aspra nota stampa, si scaglia a testa bassa contro l'attuale amministrazione.

«Sfogare – afferma l’ex sindaco Di Giorgio – le frustrazioni politiche dei fallimenti collezionati in appena nove mesi di governo cittadino con un gesto come questo, pensando di colpire, così facendo, una parte politica, è già di per sé un fatto grave e preoccupante, ma farlo senza che vi sia un motivo amministrativo, un atto formale che lo giustifichi o un procedimento arrivato a conclusione è semplicemente scorretto, un pessimo segnale di una pericolosa deriva in cui ci si sta incamminando».

Di Giorgio, annuncia di voler scrivere al prefetto di Salerno Salvatore Malfi: «Chiederemo conto di tutto questo non solo al prefetto di Salerno, ma anche alle autorità giudiziarie per ciò che concerne il profilo della legittimità dell’azione condotta».

Ma il caso non finisce qui, l’eco delle polemiche si è velocemente propagata in rete e anche gli esponenti di “Noi con Salvini” hanno espresso la loro contrarietà al provvedimento. La notizia in poco tempo ha comunque fatto anche il giro dei social e su Facebook gli animi si sono riscaldati: infatti, numerosi esponenti di centrodestra hanno, in alcuni casi, usato epiteti irripetibili. Sulla delicata questione della rimozione del busto è intervenuto anche Eugenio Ciancimino, giornalista, ex consigliere provinciale di Alleanza Nazionale. «Così come è avvenuta la rimozione con lo smontaggio del manufatto, dà l’idea di un vero e proprio gesto di killeraggio politico» commenta.

Roberto Di Giacomo

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