Rimborsi con false fatture Ordinanze per due politici

I consiglieri regionali Nappi e Sentiero di “Noi Sud” accusati di truffa aggravata Coinvolto rapinatore reo confesso: «Ricevute fasulle». Favori in cambio di appalti

NAPOLI. False fatture per ottenere rimborsi di spese mai sostenute, una delle quali emessa in cambio di pochi euro da un pregiudicato per rapina e furto, reo confesso: si allarga l’inchiesta della Procura di Napoli sulle somme erogate dal Consiglio regionale nell’ambito del fondo la comunicazione dei consiglieri. Due le misure cautelari notificate ieri dalla Guardia di Finanza, entrambe nei confronti di esponenti dell’assemblea eletti per il centrodestra: un’ordinanza agli arresti domiciliari per Sergio Nappi e un obbligo di dimora per Raffaele Sentiero (entrambi eletti nella lista Noi Sud, vicina al Pdl), accusati di truffa aggravata. Circa 60.000 euro in totale la somma che i due avrebbero ottenuto illecitamente. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Roberto D’Auria, che per i due consiglieri ha accolto la richiesta del pm Giancarlo Novelli e del procuratore aggiunto Francesco Greco; respinta invece la richiesta di misura cautelare per un terzo indagato, Ciro Aquino, accusato di avere procurato svariate fatture false.

Il meccanismo della truffa è lo stesso già accertato dal Nucleo di polizia tributaria, coordinato dal colonnello Nicola Altiero, per altri consiglieri regionali: fatture di comodo per ottenere il rimborso di spese mai sostenute (o, in un caso, sostenute in campagna elettorale, dunque prima dell’avvenuta elezione).

Tra i casi più eclatanti, oltre a quello del pregiudicato per rapina e furto, che ha fornito a Raffaele Sentiero una fattura da 7.800 euro, c’è quello della Lns Immobiliare, società che ha rilasciato diverse fatture ritenute false a entrambi i consiglieri. Nell’ordinanza il gip sottolinea come fino al 2010 l’azienda fosse attiva nei settori della somministrazione di alimenti e bevande e dell’edilizia; pochi mesi dopo le elezioni regionali, però, la società ha modificato il proprio oggetto sociale, inserendo tra le attività anche quella della comunicazione istituzionale.

«Troppo stringente il contesto temporale - scrive il giudice - e la connessione con la vicenda delle fatture false in favore di Nappi e di Sentiero per non trarne un inequivocabile spunto in ordine alla spregiudicata personalità dei protagonisti della vicenda». Le fatture sono state rilasciate in alcuni casi da veri imprenditori, ma non in cambio di prestazioni: come hanno dichiarato a verbale, i due consiglieri o loro intermediari chiedevano il favore in cambio di futuri appalti da parte del Consiglio regionale. Sentiero nei mesi scorsi ha chiesto e ottenuto dal pm di essere interrogato: ha ammesso di avere presentato fatture false, ma ha sostenuto di avere impiegato il denaro così ricevuto per «spese di natura politica». Nappi si è dichiarato «sereno nell’attesa del previsto interrogatorio».

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