Rimborsi ai consiglieri, altri tre “avvisi”

Si allarga l’inchiesta: indagati anche Bellizia e Papa (Fdi). Nuove contestazioni a Gerardo Baldi

Si allarga l’inchiesta condotta dalla Procura di Nocera Inferiore, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Lenza, sul presunto impiego illecito dei fondi per i gruppi consiliari dal 2006 ad oggi. Nella giornata di ieri, sono stati infatti notificati altri tre “avvisi” di garanzia ad altrettanti consiglieri comunali, due dei quali rimasti indenni dalla raffica di provvedimenti scattati tre settimane fa, quando furono consegnati in totale 44 informazioni di garanzia.

Destinatari dei provvedimenti i consiglieri Roberto Bellizia e Carmine Papa, entrambi appartenenti al gruppo Fratelli d’Italia, oltre a Gerardo Baldi, esponente dei Responsabili (il gruppo che fa capo al sindaco Marco Galdi) e già destinatario di un precedente “avviso”.

Ma circola con insistenza anche la “voce” su possibili coinvolgimenti di alcuni dirigenti comunali. Funzionari tirati in ballo proprio da alcuni degli indagati che, nelle memorie e nelle dichiarazioni rese ai carabinieri nelle ultime settimane, avrebbero fatto riferimento a responsabilità dei dirigenti, “colpevoli” di non aver controllato la tipologia e l’ammontare delle spese “sospette” messe a rimborso, su cui si è poi focalizzata l’attenzione della magistratura. Secondo molti consiglieri, infatti, ai dirigenti sarebbe spettato il compito di informare gli esponenti politici che alcune spese - come l’acquisto del cellulare di ultima generazione, cene private anche fuori città o il più volte citato pellegrinaggio a Madjugorje - erano inammissibili. Al momento, però, nell’inchiesta continuano a figurare soltanto esponenti politici.

Intanto, i consiglieri attuali e della precedente assise continuano a recarsi alla locale tenenza dei carabinieri per gli interrogatori. Il primo a chiarire la propria posizione, peraltro, lo scorso primo marzo, è stato il sindaco Marco Galdi, l’unico per il quale è stato ipotizzato il reato di favoreggiamento per delle dichiarazioni rese agli investigatori lo scorso novembre, quando giunsero i primi avvisi di garanzia.

A seguire si sono già presentati tanti altri dei 43 indagati, per i quali si ipotizza il peculato. Molti, come l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, riservandosi di presentare una memoria nella quale avrebbero fornito le spiegazioni del caso. Altri, invece, hanno deciso di dar conto delle spese imputate che, in diversi casi, si limitavano all’acquisto di quotidiani e di valori bollati. (a. c.- a. f.)