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Rigopiano, salgono a trenta gli indagati

VALVA. È salito a trenta il numero degli indagati a vario titolo per la tragedia che il 18 gennaio dello scorso anno si consumò a Farindola, in Abruzzo, dove una slavina fece crollare l’hotel...

VALVA. È salito a trenta il numero degli indagati a vario titolo per la tragedia che il 18 gennaio dello scorso anno si consumò a Farindola, in Abruzzo, dove una slavina fece crollare l’hotel Rigopiano. Sotto le macerie del resort persero la vita ventinove persone, tra cui il ventottenne, originario di Valva, Stefano Feniello. Tra gli indagati per l’accaduto ci sono volti noti di politici, istituzioni, funzionari e tecnici, a cui pochi giorni fa, si è aggiunto anche quello di Daniela Acquaviva, la funzionaria della Prefettura di Pescara che la sera della tragedia, rispondendo alla telefonata di un ristoratore che lanciò l’allarme del crollo dell’hotel disse «la mamma degli imbecilli è sempre incinta», ritardando i soccorsi di oltre due ore. Per quelle parole, a distanza di oltre un anno, la funzionaria è stata iscritta nel registro degli indagati per lesioni colpose in concorso. «La conclusione delle indagini è prevista per maggio», annuncia il legale dei Feniello, Camillo Graziano.
Intanto però, i genitori di Stefano, papà Alessio e mamma Maria, invocano le dimissioni dei rappresentanti istituzionali abruzzesi, indagati per omicidio plurimo colposo e disastro colposo. «Ogni volta che ascolto le parole della funzionaria provo sgomento e dolore - dice papà Alessio - sono fiducioso nella magistratura, ma mancano ancora altri nomi tra gli indagati».
Intanto Alessio continua a chiedere giustizia: «Io e mia moglie cerchiamo di sopravvivere con tante difficoltà. Quest’anno Stefano si sarebbe dovuto sposare ed invece lo scorso anno gli abbiamo fatto il funerale, ma la nostra battaglia continua fino alla fine perché vogliamo giustizia».
Mariateresa Conte
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