Riforma dei porti, il Governo si smarca

Il sottosegretario Del Basso: «In corso un confronto con le Regioni». Iannuzzi incalza: «L’intesa è imprescindibile»

Sul riordino dei porti italiani «Governo e Regioni si stanno già confrontando tanto in sede politica quanto in sede tecnica». È questa la risposta che il sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso de Caro ha dato all’interrogazione, presentata in commissione Trasporti dal deputato salernitano del Pd, Tino Iannuzzi, per chiedere di «riaffermare il ruolo decisivo e centrale delle Regioni nell’ambito della riforma del sistema portuale italiano». L’esponente di Palazzo Chigi, dopo le affermazioni del ministro Graziano Delrio ha, in buona sostanza, confermato che il dialogo tra i due livelli politici e istituzionali – come era peraltro già noto – è già stato avviato. Anzi, è passato ad un livello successivo. Dopo il primo incontro tra il ministro e i presidenti delle Regioni dell’11 febbraio scorso, appena sette giorni dopo – il 18 febbraio – si è anche riunito per la prima volta il tavolo tecnico chiesto proprio dai governatori. Ma per Iannuzzi queste aperture del Governo non bastano. Secondo il parlamentare dem il ruolo delle Regioni, alla luce di una recente sentenza della Corte Costituzionale, «è assolutamente determinante e – ha rimarcato – esige un coinvolgimento istituzionale pieno». In materia di porti, ha evidenziato Iannuzzi, la competenza è soprattutto regionale. «Pertanto – ha detto in una nota – il ruolo delle Regioni può essere tutelato e salvaguardato unicamente attraverso procedure concertative e di coordinamento orizzontale, come le intese. Un coinvolgimento – ha spiegato – che, con il meccanismo delle intese, deve riguardare unitariamente e senza distinzione sia il piano nazionale della logistica e della portualità, sia la riforma della governance dei porti, affidata dall’articolo 8 della legge Madia a un decreto legislativo del Governo. Solo con le intese – ha sostenuto il parlamentare salernitano – non viene violato il principio basilare affermato dalla Corte che impone la leale collaborazione fra Stato e Regioni pure nel campo della riforma delle Autorità portuali». Una posizione, questa, già assunta con forza dal coordinamento nazionale degli assessori regionali alle Infrastrutture e Trasporti, presieduto proprio dal campano Fulvio Bonavitacola, vice presidente della giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca.

«Del resto – ha proseguito Iannuzzi – solo la concertazione con le Regioni, che hanno profonda conoscenza della realtà specifica dei territori e delle comunità, può consentire di addivenire alle scelte più giuste ed equilibrate». Sul tema dell’autonomia, gestionale ed operativa, delle Autorità portuali, il pensiero del parlamentare salernitano è chiaro: la Campania non può averne una sola: «Le realtà positive ed efficienti, ben amministrate ed in continua crescita per tutti gli indici produttivi, come quella del porto di Salerno – ha concluso – vanno salvaguardate».

La linea di Iannuzzi, il quale ha promesso di continuare a dare battaglia su questo tema, è in sintonia con quella che sta portando avanti in queste settimane Assotutela, l’organizzazione che a Salerno raggruppa le più importanti aziende che operano all’interno dello scalo commerciale cittadino e che punta a conservare il cuore decisionale su temi di vitalità importanza per l’infrastruttura: dal piano regolatore generale agli investimenti passando per le concessioni demaniali. Tre punti sui quali non ci sarà nessun passo indietro. Gli imprenditori hanno, infatti, già annunciato una serie di iniziative di mobilitazione da mettere in campo non appena il quadro della situazione sarà un po’ più chiaro.

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