Riforma dei Parchi «Necessaria se evita la mummificazione»

Stamane a Vallo il dibattito con i parlamentari del Pd Pellegrino: «Sburocratizzare le procedure per i cittadini»

VALLO DELLA LUCANIA. La riforma della legge sui Parchi Nazionali sarà al centro dell’incontro che si terrà oggi al Centro Studi e Ricerche sulla Biodiversità del Parco del Cilento, Diano e Alburni. All’incontro, voluto dal presidente dell’Ente, Tommaso Pellegrino, prenderanno parte tra gli altri anche il presidente nazionale di Federparchi, Gianpiero Sammuri, gli onorevoli Sabrina Capozzolo, Simone Valiante, Angelica Saggese, Tino Iannuzzi, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera, e Enrico Borghi, relatore della legge.

Presidente Pellegrino, cosa ne pensa del progetto di riforma?

La riforma era necessaria, nonostante l’attuale legge abbia un ottimo impianto di base, è comunque datata e andava adeguata. Dico che l’impianto dell’attuale legge è buono perchè l’aver riconosciuto le aree protette in Italia e aver potato avanti una politica per la loro valorizzazione e tutela è un elemento certamente importante e positivo che bisogna continuare a portare avanti e che, giustamente, è presente anche nelle proposta di riforma. Anzi, c’è la novità delle aree contigue che è un aspetto delicato ed importante.

A proposito delle aree contigue, queste spesso vengono utilizzate dalle multinazionali del petrolio per poter realizzare operazioni di perforazione alla ricerca di idrocarburi. Cosa prevede la nuova legge in merito ?

Un esempio concreto per il nostro territorio è proprio quello delle trivellazioni. Se una multinazionale, o chi per essa, viene a fare in un’area contigua al Parco delle trivellazioni o delle opere che non sono compatibili con quello che è l’indirizzo di un’area protetta, è giusto che il Parco intervenga. Il Parco deve potersi esprimere anche sulle aree contigue.

Tra le novità previste dalla riforma ce n’è una che secondo lei avrà un impatto positivo nella gestione dei Parchi e per chi ci vive ?

Assolutamente sì e si tratta del processo di sburocratizzazione. Io penso che oggi la grande sfida da portare avanti in Italia deve essere quella di una sburocratizzazione vera. Oggi non possiamo più pensare a pareri sovrapposti di più enti pubblici. Questa cosa è davvero anacronistica e fuori da ogni logica. Noi dobbiamo pensare che, come ad esempio nel caso del Parco, il parere dell’ente primario deve essere unico, non si può pensare di aspettare pareri vari e nel frattempo perdere le occasioni ed essere così fuori dell’Europa che invece impone tempi decisionali rapidi.

C’è chi sostiene però che la burocratizzazione delle procedure alla fine serve a tutelare l’ambiente...

Da ambientalista dici che l’eccessiva burocratizzazione non tutela l’ambiente o preserva i territori. Io penso che l’ambientalismo moderno non debba mummificare i territori. Invece deve fare in modo che un territorio diventi un volano di crescita ed in questo modo il “bello” diventa “utile” e questo deve essere l’elemento primario delle norme. Noi dobbiamo essere capaci di intervenire sulle bellezze dell’ambiente senza però alterarle o far perdere le peculiarità legate alla biodiversità. Noi dobbiamo preservare l’ambiente e il territorio, valorizzarli, ma soprattutto fare in modo che diventino opportunità per le famiglie che ci vivono, per i turisti che vengono a visitarlo, per i giovani che cercano lavoro. E tutto ciò passa da un processo di sburocratizzazione vera, concreta».

Erminio Cioffi

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