CREDITO COOPERATIVO

Riforma, cambiare senza tradire

Antonio Marino, direttore generale della Bcc di Aquara: «Bisogna lasciar fuori le banche sane, altrimenti si distrugge il sistema»

Nel disegno di legge Milleproroghe il Governo guidato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inserito anche le modifiche alla riforma del credito cooperativo che impone alle 300 Bcc italiane di fondersi in una holding. Sull'argomento interviene Antonio Marino, direttore generale della Bcc di Aquara. È vero il D.L. 25.07.18 n. 91 ha modificato alcune norme contenute nella legge di riforma delle BCC del 2016. Aspettiamo adesso la conversione in legge entro il prossimo 23 settembre. Questo decreto migliora certamente tanti punti oscuri della legge del 2016. Si poteva fare di più e di meglio ma ci possiamo anche accontentare. Intanto è passato il principio che i burocrati di Francoforte non possono dettare legge a loro piacimento in casa nostra...e senza avere alcuna contezza della realtà dei nostri territori. La legge sulle Bcc è stata fatta a tavolino e senza tener conto delle esigenze delle piccole imprese che rappresentano il 95% dell’imprenditoria locale».

Per il senatore leghista Alberto Bagnai si tratta di un compromesso positivo, che recupera alcune delle distorsioni introdotte dalla riforma Renzi, come ad esempio la premialità per le Bcc virtuose che saranno più autonome delle altre. Lei è d'accordo? «Ho incontrato personalmente il senatore Bagnai in un convegno a Bolzano lo scorso mese proprio sul tema della riforma delle Bcc. L’ho trovato m olto preparato sull’argomento a differenza di tanti altri Deputati che - nel tempo - ho incontrato e che non si sono mai voluti accorciare le maniche su questo tema. La “controriforma" delle Banche di credito cooperativo introdotta da questo recentissimo Decreto legge porta alcune novità fondamentali a cominciare da una maggiore premiali tà per le Bcc più sane. Vivaddio la meritocrazia non è più un tabù. La riforma Renzi aveva sostanzialmente commissariato le Bcc mettendole sotto la direzione ed il controllo di una Spa. Adesso passa il concetto che le Bcc sane possono continuare a gestirsi con maggiore autonomia senza chiedere ogni volta il “permesso” alla capogruppo».

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Sembra sfumare l’ipotesi di una moratoria, non ci sarebbe il tempo per adottare questa misura, dunque la riforma si farà subito. Questo significa che il credito cooperativo finirà sotto l'ombrello della Bce, i cui parametri tarati sulle grandi banche potrebbero danneggiare le piccole Bcc.... «Non c’è la moratoria di due anni come era stata chiesta da più parti ma c’è comunque una proroga dei termini di altri 90 giorni per l’entrata in vigore della riforma. Non è giusto che le Banche di credito cooperativo finiscano sotto l’ombrello della Bce perché sono piccole anche e non possono essere trattate alla stregua di Unicredit. È certo che se non c’è una gradualità nell'intervento degli organismi di controllo, in relazione alla dimensione delle piccole banche, queste saranno fortemente penalizzate perché la burocrazia significa maggiori costi e le piccole banche hanno meno risorse da destinare alla burocrazia... È triste dover raccontare che un Governo di sinistra - nel nostro caso - ha penalizzato le cooperative a vantaggio delle Spa. La sinistra che sta col capitale a discapito delle persone... sic transit gloria mundi! Il prof. Stefano Zamagni in alcuni recenti articoli ha inquadrato meglio di tutti il problema di questa riforma delle Bcc. Dice testualmente: “non si può escludere il rischio di un effetto di spiazzamento e ciò nel senso che Io scopo lucrativo finisca con lo spegnere l’identità cooperativa... alle Bcc che generano estemabilità positive non viene riconosciuto il merito di produrre valore aggiunto sociale, ma addirittura vengono caricate di pesi immotivati e irragionevoli... oggi la concentrazione del potere economico-finanziario ha raggiunto livelli inimmaginabili. ..la tendenza è quella di avere al massimo quattro gruppi bancari in Italia...la decisione è stata quella di far scomparire le banche piccole e medie”. Questa “controriforma’’ Lega-5 stelle mette un piccolo freno a questa deriva e certifica che - se vuole - la politica può rimettersi al centro e non venire espropriata ma soprattutto che la biodiversità del sistema creditizio delle Bcc si può e si deve tutelare nell interesse delle piccole imprese, delle famiglie e delle zone più periferiche della nostra Nazione dove si chiudono ogni giorno sportelli bancari e si mette an rischio l'occupazione. Al contrario nessuna Bcc ha chiuso uno sportello e nessuna Bcc presenta esuberi di personale anzi si fa ancora qualche nuova assunzione. Le Bcc sono state finora una risorsa per il Paese. Nei piccoli Comuni dove sono insediate c’è uno sviluppo maggiore che negli altri Comuni. Aiutiamole a stare meglio, aiutiamole a trovare economie di scala, aiutiamole a praticare meglio il localismo. Commissariarle significherebbe spegnerle e portarle a diventare dei meri sportelli della Capogruppo; in sostanza significa cancellare - senza motivo - 130 anni di storia del Credito Cooperativo».