I VIAGGI DELLA "MONNEZZA"

Rifiuti, l'affondo dei sindaci della Piana: «Teneteli a Salerno»

Delibera del consiglio di Serre: «Stoccate in città i 213 container»

SALERNO - La rivolta della provincia si consuma sul campo di battaglia dell’eterna “intifada della monnezza”. È la guerra dei rifiuti, e contrappone la Piana del Sele al capoluogo “cuore dell’impero”. Un pour parler, una provocatoria frase pronunciata ad alta voce nel bel mezzo d’un incontro in Prefettura che ha lasciato lo spazio ad un “perché no?”. Dalle parole agli atti.

Di preciso, ad una delibera d’una fredda serata d’un giovedì di metà marzo, approvata all’unanimità dai consiglieri comunali di Serre alla presenza di Franco Mennella, decennale sindaco d’una comunità di frontiera, tra Alburni e Piana del Sele, che ha ingaggiato un’aspra lotta contro la giunta regionale per tener lontane dal sito militare di Menanova, frazione di Persano, le prime 6mila e passa tonnellate di - presumibili - rifiuti misti esportati un anno e mezzo fa dalla “Sra” di Polla e rimpatriati dal porto di Sousse al tramonto d’un intrigo diplomatico lungo un anno, che ha “contrapposto” un’arrendevole Italia e una battagliera Tunisia, la quale ha dichiarato illegale la spedizione transfrontaliera autorizzata dai funzionari di Palazzo Santa Lucia (che si rivolsero ad un incompetente Ente nord-africano, la Anged) a margine d’un terremoto politico e giudiziario che, dall’altra parte del Mediterraneo, ha portato perfino alla cattura eccellente d’un ministro e alla latitanza del titolare della “Soreplast”, la «scatola vuota» (parola delle autorità di Tunisi) che avrebbe dovuto recuperare gli scarti del trattamento della differenziata di 16 comuni cilentani e valdianesi.

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