«Rifiuti infiammabili accanto al legno» 

I Robertiello gestiscono un’azienda vicino alla “Sele Ambiente”. «Proteste inutili, il Comune ci chiede anche di pulire»

Domenico Robertiello si tura il naso con la mano destra. «Ho paura per mio figlio e per i miei nipotini che vivono qui», dice mentre passeggia nel piazzale del capannone industriale della ditta di legname gestita dai figli, a via Bosco II. Oltre il muro, rifiuti a cielo aperto: gli operai della “Sele spa”, un’azienda di rifiuti riconducibile alla “Sele Ambiente”, sono all’opera. Dall’altra parte c’è una stradina interpoderale, letteralmente invasa da quintali di pattume: «Dovete pulirla voi», hanno ordinato i comunali ai Robertiello.
Intanto un tanfo insopportabile s’insinua nelle narici. «A saperlo prima, saremmo andati altrove»: si rammarica Domenico, con la testa al 2008, quando la famiglia Robertiello di Baronissi comprò un lotto di terreno a via Bosco II, a Battipaglia, al confine con il Comune di Eboli. Ora ha 73 anni e sette figli: furono loro a investire nel progetto. La “Fratelli Robertiello srl” produce imballaggi, fusti, botti e pedane in legno, ed è amministrata dal rampollo trentacinquenne Carlo. Anche nelle afose mattinate estive, Domenico e la prole si rimboccano le maniche e lavorano. «La nostra è un’azienda a conduzione familiare», spiegano, mentre continuano a portare legname da una parte all’altra. Non è certo la fatica a spaventarli; è il pattume che fa paura. Vivido il ricordo di quelle fiamme rossastre che lo scorso 11 giugno divamparono nello stabilimento della vicinissima “Sele Ambiente”: cumuli di rifiuti selezionati andati in fumo e grossi furono i rischi per una fabbrica di legname. «Da allora - spiegano - tonnellate di rifiuti speciali vengono trasferite continuamente in un’area che è adiacente al nostro deposito». Parlano d’un «gravissimo pericolo per la tutela della pubblica incolumità per via dell’enorme quantità di materiale infiammabile, che irresponsabilmente è stato sistemato accanto a un’azienda che si occupa di legname».
Carlo ha anche sporto denuncia, e non ha interpellato soltanto la Procura della repubblica di Salerno, ma pure i carabinieri, i vigili e la sindaca Cecilia Francese: «Sia ripristinata al più presto una condizione di legalità e di osservanza delle minime misure di sicurezza, al momento mancanti», si legge nell’esposto. Dal Comune è arrivata una comunicazione, certo, ma parla d’altro. Si ordina ai Robertiello di rimuovere i quintali di rifiuti che invadono la vicina stradina interpoderale che costeggia l’ex scuola materna comunale, chiusa al traffico veicolare e pedonale dal giorno del rogo. La viuzza divide in pratica la fabbrica da quel che resta della “Sele Ambiente” distrutta dalle fiamme. Lungo la stradina, elettrodomestici, porte, materassi e ogni tipo di rifiuto, anche bruciato. Da Palazzo di Città arriva l’ordinanza a carico dei Robertiello, che hanno 15 giorni di tempo per pulire. Domenico però protesta: «Il nostro accesso principale è sulla strada pubblica; quello secondario invece è chiuso». I Robertiello lo hanno scritto ai vertici del Comune, che pure è fruitore della via per quel che riguarda l’ex scuola materna, e hanno proposto di fissare un incontro con chi utilizza la strada, per pulirla immediatamente e per risolvere il problema. Uno dei tanti da queste parti.
Carmine Landi
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