Rifiuti, i salernitani differenziano meno

I dati dell’Osservatorio regionale sul primo semestre. Produzione di immondizia in calo, sale al 35% la frazione non separata

Nel primo semestre del 2013, la raccolta differenziata è scesa al 63,25%. Il dato, tratto dall’Osservatorio regionale dei rifiuti, attesta una quota veramente molto bassa, sia rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sia rispetto all’intero 2012: in entrambi i casi, il risultato si è attestato intorno al 69%. Quindi si può parlare a ragion veduta di una diminuzione sul 6%, tanto più che la tendenza al ribasso prosegue da gennaio. Anzi, la scivolata dura da alcuni anni. Sono lontani i tempi in cui il sindaco Vincenzo De Luca poteva inseguire primati nazionali (in verità mai realizzati). Attualmente, per dire, non riusciamo a rispettare nemmeno il limite minimo fissato dalla legge (65%). Chissà se riusciremo a centrare l’obiettivo con i numeri da luglio a dicembre. In effetti, le proiezioni dell’Orr ci elevano fino al 64,67%. In questi giorni di grande consumo facciamo dunque un po’ di attenzione. E se il Comune non avvia la nuova campagna di informazione annunciata da un anno e mezzo, pensiamoci noi. Dopotutto, paghiamo una tassa stellare.

I dati dell’Osservatorio, molto articolati, tratteggiano bene il quadro della situazione nei primi sei mesi del 2013. Innanzitutto sta crescendo a dismisura l’indifferenziato: era circa il 30% nel 2012, ora è salito quasi al 35%. Basterebbe questa sola considerazione - sicuramente allarmante, a guardare la ricchezza di materiali estranei che c’è nei carrellati del lunedì sera - per spiegare ampiamente il calo in oggetto, ma sarebbe arbitrario. Infatti, tutte le frazioni merceologiche, numerose, portano un contributo in più o in meno alla dinamica in atto.

Per dire: il rifiuto biodegradabile aumenta dal 32,7% al 35% (anche se forse scema la qualità, come il Comune ha rilevato nei mesi passati). Invece diminuiscono gli imballaggi di cartone: dal 4,84% al 5,4%. Di questo bisogna parlare un attimo, perché in passato l’amministrazione ha addossato una parte del decremento della differenziata ai famelici “cartonari”, che il giovedì notte si trovano il piatto imbandito. Qualcuno li ha anche visti in azione, mentre a suo tempo la polizia municipale ha mandato in giro delle pattuglie. Nella fattispecie, però, un deficit dello 0,5% non può risultare decisivo.

Oltretutto - ecco la buona notizia - risulta calante la produzione di rifiuti tout court: l’anno scorso ne abbiamo prodotti 465 chili pro-capite, nei primi sei mesi del 2013 siamo a 209, molto meno della metà. Questo sì è un andamento positivo che dura dall’avvio della rivoluzione differenziata, nel lontano 2008.

Un discorso a parte meritano pure gli ingombranti, anch’essi alleggeriti nel bilancio generale: a fronte del 4,9% registrato l’anno scorso, ora sono al 2,2%. Cos’è? Ci pensiamo due volte prima di buttar via una cosa? Oppure tanti di noi - i più incivili - preferiscono alimentare le microdiscariche? Forse, considerando la crisi e ammirando certi depositi intorno alle campane del vetro e negli angoli appena un po’ isolati, c’entrano tutti e due i fatti.

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