Rifiuti, gli operai protestano sui tetti dell’assessorato

Contro i lavoratori presentata anche una denuncia per la manifestazione inscenata lunedì scorso

Dopo aver bloccato, lunedì scorso, la sede del Consorzio di Bacino Salerno 2, in via de Bartolomeis, ieri mattina i lavoratori hanno spostato la loro protesta nella sede dell’assessorato provinciale all’Ambiente, in via Mauri. Intorno alle 9 una nutrita delegazione di lavoratori si è ritrovata negli uffici di Mercatello presidiando pacificamente in attesa di essere ricevuta da qualcuno che potesse fornire delle risposte alle richieste avanzate negli ultimi mesi. Alcuni lavoratori sono invece saliti sul tetto dell’edificio. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della Digos. L’occupazione è durata fino alla prima serata di ieri quando è arrivato il “no” della Prefettura alla richiesta, avanzata dalla Filas, di un nuovo incontro per discutere della vertenza. Sembrerebbe che a far prendere la decisione di opporre un rifiuto sarebbe stata proprio l’occupazione della sede dell’assessorato, che è arrivata 24 ore dopo quella della sede consortile.

A peggiorare il quadro già complicato, anche la notizia appresa ieri mattina dai lavoratori di una denuncia, da parte dei vertici del Consorzio, per gli striscioni esposti lunedì pomeriggio al balcone della sede nei quali si accusavano il commissario liquidatore, Giuseppe Corona, i vertici di Ecoambiente e l’assessore provinciale all’Ambiente, Adriano Bellacosa, di voler «dare il ciclo dei rifiuti in mano alla camorra». Parole che evidentemente non sono andate giù ai diretti interessati che, per tutta risposta, ieri non hanno cercato il confronto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali che, proprio lunedì, hanno chiesto l’assorbimento, già a partire dal primo maggio, di tutto il personale all’interno di Ecoambiente. Ma su questo argomento, i vertici della società provinciale hanno spiegato di non poter attendere oltre poiché ci sono situazioni gravi da tenere sotto costante controllo, come quella del sito militare di Persano dove il percolato sta minacciando pericolosamente le falde acquifere. E poi resta da risolvere il nodo legato al mancato pagamento degli stipendi arretrati.

Mattia A. Carpinelli

©RIPRODUZIONE RISERVATA