IL FATTO

Rifiuti al porto di Salerno, aperti i primi 33 container

Trovata immondizia mista e materassi

SALERNO - Chi temeva d’imbattersi in rifiuti pericolosi, almeno all’esito della prova oculare può dormire sonni tranquilli: nei primi 33 dei 213 container della discordia, che da 35 giorni giacciono al porto di Salerno, non c’è traccia di sostanze inquinanti. L’imprevisto, al contrario, avrebbe la forma di qualche ingombrante, in particolare di materassi, che si sarebbe parato alla vista d’uno dei consulenti della Direzione distrettuale Antimafia di Potenza, il geologo casertano Giovanni Auriemma (lo stesso ctu dei veleni della “Isochimica” di Avellino), tra cumuli di gran parte della spazzatura che, ad occhio e croce, corrisponde invece al materiale misto, scarti della lavorazione della raccolta differenziata, certificato - con l’ormai celebre codice “19.12.12” - alla partenza dei cassoni dall’impianto di Polla della “Sra”.

La certezza, inoltre, è che, all’esito della radiometria e dall’esame dei liquidi e dei gas, condotti dai vigili del fuoco del Comando di Salerno, non c’è traccia di sostanze radiattive né tossiche. Non è stato aperto, invece, il più divisivo tra i box, il cosiddetto “numero 213”, quello contenente i resti dell’incendio divampato all’ombra dei capannoni della società tunisina “Soreplast”: dalla Procura fanno sapere che seguirà un percorso differente.

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