Rifiuti, al Bacino Sa2 mancano i soldi per garantire i servizi

I 15 milioni necessari per portare avanti le attività equivalgono ai crediti vantati nei confronti degli enti locali

Quindici milioni di euro: è questa la cifra che occorre al Consorzio di Bacino Salerno 2 per portare a termine gli ulteriori sei mesi di gestione, concessi dal Governo lo scorso 11 gennaio. Soldi che, al momento, non sono in cassa. E il paradosso è che la somma equivale, grosso modo, ai crediti (14.145mila euro circa) vantati nei confronti di 33 Comuni. Sono questi i numeri forniti venerdì sera in Prefettura alle organizzazioni sindacali dal commissario liquidatore, Giuseppe Corona. Un quadro allarmante, quello documentato in una ventina di pagine, alla quali l’avvocato salernitano ha allegato anche la recente corrispondenza con la Provincia nella quale chiede il pagamento di circa 3,6 milioni di euro relativi alla gestione delle discariche di Montecorvino Pugliano, Giffoni Valle Piana, Serre e i siti di stoccaggio di Coda di Volpe ad Eboli e nel comprensorio militare di Persano, sempre a Serre. Ma da Palazzo Sant’Agostino è arrivato un “no” motivato alla richiesta di Corona. «Nel bilancio 2012 – si legge nella nota del 24 gennaio, firmata dall’assessore provinciale, Adriano Bellacosa – non sono disponibili le somme destinate alla copertura di questi costi». Ma il passaggio fondamentale è un altro: «Al trasferimento della funzione (di gestione degli impianti dall’ex Commissariato rifiuti alle Province, ndr) non è anche seguito il trasferimento delle dotazioni finanziarie da parte del dipartimento di Protezione civile». A questo proposito, ha aggiunto l’assessore provinciale «è stata avanzata richiesta di trasferimento delle somme accantonate nel periodo commissariale, necessarie a coprire i costi di gestione dei siti di stoccaggio di eco balle e delle discariche dismesse di titolarità della Provincia».

Bellacosa ha già inoltrato la richiesta al Governo, avviando anche un’azione legale per il recupero dei crediti che ammontano, per il 2013, a 7,3 milioni di euro ma, per la gestione “post mortem” delle discariche avvenuta fino ad oggi, la cifra è di circa 56 milioni di euro. Ma dal dipartimento di Protezione civile, lo scorso 28 dicembre, hanno fatto sapere che, per ora, arriveranno soltanto 3,1 milioni di euro, ma non prima del 30 marzo prossimo.

L’unica ancòra di salvezza potrebbe arrivare dalla tesoreria, gestita dal Monte dei Paschi di Siena. La banca, che ha di fatto bloccato i conti, sarebbe intenzionata a concedere un’anticipazione di cassa per 6,5 milioni di euro. Soldi che, secondo Corona, non basterebbero a pagare gli stipendi ai 396 dipendenti, a gestire lo smaltimento del percolato ma, soprattutto, a pagare i fornitori. Alcuni dei quali, soprattutto i distributori di carburanti, hanno già bloccato tutto da qualche tempo. Domani ci sarà un nuovo tentativo per cercare di sbloccare la situazione. In mattinata è anche previsto un sit-in dei lavoratori a partire dalle 10 in piazza Cavour.

Tornando alla situazione creditizia, restano ancora da incassare diversi milioni di euro da altre società. C’è Salerno Pulita che deve ancora 1,8 milioni di euro, la Gesco (controllata per il 25 per cento dal Consorzio) che deve 1,4 milioni di euro, stessa cifra che deve versare anche la società provinciale Ecoambiente. Chiude il quadro la discarica di San Tammaro, in provincia di Caserta: qui il credito è di 2,9 milioni di euro. Se per Salerno Pulita è in corso un’azione ingiuntiva e per Gesco è stata disposta un’indagine interna «volta all’accertamento della regolarità gestionale», non una riga viene dedicata a come il Consorzio intende regolarsi con Ecoambiente.

Mattia A. Carpinelli

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