Riesplodono le proteste «L’ospedale va riaperto»

Torna in campo il Comitato civico, promossa una petizione da inviare a Renzi Basile: «Basta chiacchiere, siamo pronti a bloccare strade e stazioni ferroviarie»

AGROPOLI. «Siamo pronti a compiere atti eclatanti di disobbedienza civile per riavere l’ospedale di Agropoli». Con queste parole Giovanni Basile, a capo del Comitato pro-ospedale, annuncia una nuova battaglia per la riapertura del presidio chiuso nel giugno 2013. «Ci stiamo organizzando insieme ad altri gruppi di Scafati, Eboli e Battipaglia, così come con associazioni del posto e sindacati, in primis lo Spi-Cgil, per portare avanti una protesta condotta non più solo a parole. Siamo pronti a bloccare strade e stazioni ferroviarie. Manca la volontà politica di riaprire l’ospedale – aggiunge Basile – quindi l’unico modo per sbloccare la situazione è quello di farci sentire. E da subito. Se Agropoli dovesse superare la competizione nel programma Rai “Mezzogiorno in famiglia”, sabato prossimo manifesteremo in diretta tv, in modo da far capire al Paese che la misura è colma e che non è vero che va tutto bene».

Insomma, riesplode la protesta del Comitato pro-ospedale mentre, contestualmente, va avanti una raccolta firme, da inviare al premier Matteo Renzi, ad opera di Lino Mosca e Lorenzo Barone. Nel testo, che già centinaia di persone hanno sottoscritto, si sottolinea la necessità della riapertura dell’ospedale agropolese anche in virtù delle morti che si sono susseguite sulla Cilentana: tra queste, le quattro vittime del febbraio scorso a causa dell’incidente tra le uscite di Agropoli nord e sud. Maggiore peso assume la protesta in vista della nuova chiusura, almeno fino a novembre, della Strada provinciale 430, a causa dei lavori di ripristino della frana al di sotto della discarica di Gorgo. «Essendo il governatore Caldoro ancora commissario straordinario, il Governo può fare delle pressioni al fine di far riaprire l’ospedale».

Il Comitato si appella a nuovi elementi. «L’ultima sentenza del Tar faceva riferimento alla violazione del diritto costituzionale alla salute – ricorda Basile - Il manager dell’Asl, Squillante, produsse una documentazione in cui si affermava che il pronto soccorso di Agropoli aveva solo una funzione di smistamento dei casi più gravi verso altri presidi. Non è assolutamente vero, perché l’ospedale aveva anche posti per la rianimazione, tanto che alcune persone sono salve grazie a quel reparto. E Squillante non ha mantenuto neppure la promessa del Psaut avanzato, che avrebbe dovuto essere attivato dopo la chiusura dell’ospedale. Anzi, ci sta togliendo proprio tutto».

Andrea Passaro

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